VAS statale e regionale: i risultati dell’indagine su come è attuata la procedura
Nel Rapporto sull’attuazione della VAS in Italia (Dati 2014) il Ministero dell’Ambiente ha fornito un quadro aggiornato al 2014 sul numero di procedimenti svolti (anche rispetto agli anni precedenti) e sulla loro durata sia a livello statale che regionale o locale.
L’indagine raccoglie anche una serie di informazioni di contesto più di carattere qualitativo che quantitativo anche se, per la disciplina regionale/locale le stesse non risultano facilmente comparabili sia per la parzialità dei dati raccolti sia per la notevole disomogeneità normativa. Infatti, nel rispetto dei principi della legislazione nazionale e comunitaria, le Regioni hanno facoltà di disciplinare con proprie leggi e regolamenti una serie di aspetti della procedura di VAS. Ciò ha determinato, come si evince dal Rapporto, ma come l’Ance stessa in diverse occasioni ha avuto modo di constatare, un quadro molto ampio e articolato soprattutto per quanto riguarda le modalità procedimentali che è difficile ricondurre a sintesi.
Tanto per citare qualche dato (con la premessa che lo stesso Ministero ha messo in risalto la eterogeneità delle situazioni rappresentate nelle varie Regioni conseguenza probabilmente della insufficienza dei dati raccolti):
- il numero di procedimentidi VAS di competenza non statale conclusi nel 2014 sono stati 556 di cui 229 nella sola Lombardia, 1 in Piemonte;
- il numero di procedimenti VAS su piani urbanistici comunali/intercomunaliconclusi nel 2014 sono stati complessivamente 453 di cui 208 in Lombardia, 120 in Emilia Romagna e nessuno in Campania, Lazio e Valle d’Aosta;
- il numero di procedimenti di verifica di assoggettabilitàa VAS su piani urbanistici comunali/intercomunali nel 2014 sono stati complessivamente 1005 di cui 246 in Lombardia, 199 in Emilia Romagna, 127 in Toscana);
- in termini di duratamedia il 69% dei procedimenti impiega più di 365 giorni per giungere a conclusione (1259 giorni in Puglia, 1200 in Lombardia).
Gli elementi di valutazione qualitativa sullo stato di attuazione della VAS a livello regionale forniti dal Rapporto evidenziano alcune criticità che, in questo caso, pur a fronte di un quadro normativo disomogeneo, appaiono, invece, coerenti facendo, quindi, ritenere che essi possano rappresentare un punto di vista attendibile.
In sintesi è emerso che:
- nella maggior parte dei casi il procedimento di VAS, essendo integrato nel procedimento di approvazione del piano programma, ha tempi di durata che dipendono molto spesso da quelli previsti dal procedimento principale; peraltro trattandosi di termini ordinatori la complessità del procedimento porta spesso a durate complessive che esorbitano quelli previsti per l’emanazione del parere motivato;
- la procedura di VAS negli ultimi anni si è sempre più affermata quale procedura ordinaria per la considerazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nella pianificazione e programmazione come processo di accompagnamento e supporto alle stesse;
- resta irrisolta la questione interpretativa sulle esclusioni dalla VAS e/o dalla Verifica di assoggettabilità per quanto riguarda le varianti ai piani e i piani sulle “piccole aree”;
- a livello regionale, la tendenza a delegare i comuni quali Autorità competenti provoca, in fase di entrata a regime della normativa, incertezze e rallentamenti;
- soprattutto per i Piani urbanistici attuativi la procedura porta spesso a una duplicazione di valutazioni;
- c’è tutta la convinzione diffusa che la Vas sia un appesantimento ingiustificato del procedimento amministrativo;
- la fase delle osservazioni del pubblico spesso si sovrappone o duplica quella di altri processi partecipativi;
- la formazione di professionisti, funzionari di enti locali e territoriali coinvolti nei processi di VAS è purtroppo spesso insufficiente/inadeguata;
- la difficoltà ad integrare nella VAS la Valutazione di incidenza allorquando nei piani/programmi mancano gli aspetti localizzativi;
- la partecipazione del pubblico appare ancora limitata e legata principalmente alla rappresentazione di interessi particolari (soprattutto per i piani di livello locale). Si richiedono indirizzi più dettagliati per il corretto coinvolgimento del pubblico. Da valutare, inoltre, la necessità di un più precoce coinvolgimento del pubblico sin dalle fasi di formazione del piano/programma.
Poco prima della pubblicazione del Rapporto 2015 il ministro dell’Ambiente aveva inviato una comunicazione ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome al fine di evidenziare l’opportunità della VAS spesso ancora vissuta come mero adempimento normativo e non come strumento prioritario che qualifica il processo decisionale secondo modalità trasparenti e realmente partecipate.
La VAS permette di orientare le scelte dall’inizio, intervenendo sulla fase strategica dei piani e dei programmi e quindi nella fase di maggiore flessibilità quando le scelte localizzative non sono definite.
Sempre il ministro dell’Ambiente in occasione di una recente audizione (nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel superamento delle emergenze ) ha annunciato di voler promuovere una riforma delle discipline ‘a regime’ vigenti in materia di valutazione d’impatto ambientale (Via) e di valutazione ambientale strategica (Vas), allo scopo di semplificare e accelerare le relative procedure senza ovviamene compromettere la qualità delle valutazioni, che devono continuare a svolgersi nel pieno rispetto del quadro normativo europeo. Il ministro ha poi dedicato una riflessione più specifica sul tema della semplificazione delle valutazioni e autorizzazioni ambientali “da rendere a seguito di eventi emergenziali”.
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