Un altro anno di lavoro nella speranza di ripartire veramente

Anche per il più quotato degli astrologi l’appuntamento di inizio anno con le previsioni è sempre un momento difficile.
Un momento in cui ci si gioca la credibilità con i lettori che poi ti seguiranno tutto l’anno su qualche rotocalco, per conoscere il destino del proprio segno zodiacale.
Se sbagliano loro nelle previsioni o se comunque il destino non è proprio quello che ci si aspetta al massimo il lettore potrà dire che in fondo sono solo previsioni di basso livello e che in realtà nessuno poi ci crede più di tanto; se invece le previsioni che si sbagliano sono quelle del comparto edile, il problema non è tanto di chi le fa queste previsioni (si intende in buona fede) ma di quanto siano indigesti e a volte letali i dati reali, quelle devastanti cifre anticipate dal segno meno che oramai molte aziende vedono da quasi un decennio quando si chiudono i bilanci.
Anche quando il segno per il comparto edile è un più, molto spesso suona come una beffa quando il numero che segue è uno ZERO.
E’ il caso del 2016 che per il comparto si è chiuso con un 0,3%* di “crescita”, se per così poco si può scomodare questa parola, a dispetto del più pieno 1%* che si era immaginato.
I più potranno pensare che noi costruttori ci entusiasmiamo con poco dato l’1 %* e che forse questo non è un dato da far “girare la testa” ma dovete comprenderci, visto che ci si accontenta anche di pochissimo arrivando da 9 anni di crisi.
Nove anni che hanno devastato uno dei settori trainanti del nostro sistema Paese con ben 600mila posti di lavoro in meno su un totale di 2milioni* ed un meno 35%* di perdita di valore reale.
Un comparto tradizionale e forse poco affascinante da raccontare ma che da sempre con buona pace dei settori più tecnologici, all’apertura di ogni singolo cantiere ha un’immediata e sostanziosa ricaduta occupazionale ed economica.
La Legge di Stabilità 2016, a cui come ogni legge di stabilità, ci si aggrappa per sperare in un futuro migliore, aveva fatto ben sperare con addirittura investimenti attesi in opere pubbliche che si attestavano sul 6%* per poi ritrovarci con un misero 0,4%* e poco importa se a questo dato si è arrivati per svariati motivi tra cui l’incapacità di molti comuni di aprire i cantieri o il trauma negativo dettato dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti con bandi di gara calati del 12,6 %* per importi nei primi 11 mesi dell’anno.
La sostanza è quello che conta nella vita e ancora di più quando si leggono i numeri e lo 0,4%* è veramente un dato sconfortante.
Siamo davanti ad un Italia che oltre a subire terremoti, quelli veri e devastanti e per il quale va alle popolazioni colpite tutta la nostra solidarietà, continua a subire anche quelli di carattere economico.
Perché se è pur vero che il peggio sembra passato, la lentezza della ripresa con questi dati da prefissi telefonici, dà a noi e soprattutto a chi ci guarda al di fuori dello “stivale”, la sensazione di un Paese che sembra non ripartire mai.
Quando sembra che si riparta veramente, se non ci si mette l’immobilità per un referendum alle porte o per una crisi di governo nostrana, arriva l’incertezza legata alle questioni politiche di altri Paese e se nel biennio 2017-2018 gli appuntamenti di confronto democratico vedranno coinvolte quattro delle cinque maggiori realtà europee, le turbolenze sono dietro l’angolo.
Una ripresa quella italiana, che sembra sempre più viaggiare su un treno a vapore anziché su un Frecciarossa 1000 e che ci fa occupare sempre più saldamente l’ultimo vagone dell’Europa da prima classe.
Abbiamo moltissimi problemi da risolvere: difficoltà nell’erogare il credito, elevate sofferenze bancarie, troppe norme e spesso di difficile comprensione, alta disoccupazione giovanile, elevata tassazione, una pubblica amministrazione spesso lenta e dalle risposte incerte.
Ma poiché siamo imprenditori ed il fatto di non demoralizzarci è uno dei nostri tratti distintivi, siamo fiduciosi anche quest’anno, così come recita il nostro Osservatorio Ance, sulla Legge di Stabilità 2017 che ha dato adeguata attenzione al nostro comparto, con il rafforzamento degli incentivi fiscali già in campo e con misure di rilancio degli investimenti infrastrutturali.
Grandissime aspettative ci sono poi sull’aumento delle risorse da impiegare per le opere pubbliche con addirittura un più 23,4%* rispetto all’anno precedente, nella speranza che a conti fatti non diventino anche quest’anno uno zero virgola.
Come si suol dire chi vivrà vedrà e solo forse nell’editoriale del prossimo anno sapremo dirvi se saremo veramente ripartiti alla giusta velocità che il nostro settore merita, un settore che, come forse qualcuno sempre più spesso dimentica, ha contribuito a produrre ricchezza e quindi a fare grande il nostro Paese.
Perché come noi giovani imprenditori Ance amiamo dire #andiamoavanti sempre e comunque ma vorremo che il nostro amato Paese andasse avanti con la nostra stessa velocità!
 
(Editoriale del Vice Presidente con delega per le Opere Pubbliche dei Giovani Ance Gioia Gorgerino)
*Dati Osservatorio Congiunturale Ance sull’industria delle costruzioni