Tavolo filiera costruzioni, Buia: correggere codice appalti per trasformare le risorse in cantieri

Bene le risorse stanziate dal Governo per le infrastrutture, ma per riaprire i cantieri da sole non bastano: servono regole snelle e trasparenti in grado di rimettere in moto un settore determinante per la crescita. Questo l’appello lanciato dal Presidente Ance, Gabriele Buia in occasione della Conferenza stampa indetta dalle sigle aderenti al Tavolo unitario della filiera delle costruzioni, che si è svolta stamattina all’Ance, dopo il varo del Def e alla vigilia dell’approvazione del decreto correttivo del nuovo Codice appalti.
 
Un passaggio cruciale, quest’ultimo, su cui, secondo gli operatori della lunga filiera delle costruzioni, si gioca la reale possibilità di agganciare la ripresa. “Diamo atto al Governo di aver fatto un grande sforzo nello stanziare risorse importanti per opere strategiche, ricostruzione, dissesto idrogeologico e messa in sicurezza del territorio”, ha commentato Buia che però ha ricordato la necessità di introdurre migliorie al Codice degli appalti per far sì che “le risorse si trasformino in finanziamenti e quindi in lavori”.
 
Sette le principali proposte di modifica al testo del decreto correttivo contenute in un documento e illustrate dal Tavolo della filiera del quale fanno parte oltre ad Ance, Cna, Confapi Aniem, Casartigiani, Claai, Oice, Anaepa Confartigianato e Alleanza Cooperative italianeProduzione lavoro che puntano migliorare innanzitutto il sistema di aggiudicazione delle gare. Per Buia è essenziale adottare il metodo dell’esclusione automatica delle offerte anomale, cosiddetto metodo antiturbativa: “ l’unico in grado di consentire a regioni e comuni di bandire le gare che infatti negli ultimi mesi hanno subito un forte rallentamento”.
 
Tra le altre priorità di modifica evidenziate dalla filiera la conferma dell’obbligo per le concessioni senza gara di affidare l’80% dei lavori al mercato, meno vicoli al subappalto in conformità con le regole europee e l’eliminazione del sorteggio per partecipare alle procedure negoziate che finisce per svilire la qualità delle imprese.