Stop Superbonus, a rischio 280 imprese e 1200 addetti. Il presidente Vincenzo Russo: terremo a Salerno gli Stati Generali delle costruzioni
Rischiano di andare in fallimento circa 280 imprese e di perdere il posto di lavoro oltre 1200 addetti.
Il presidente di ANCE AIES Salerno, Vincenzo Russo esprime il suo profondo dissenso all’inaspettato Decreto n.11 del 16 febbraio 2023 che colpisce in maniera diretta imprese e famiglie: migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto. Una notizia che ha colto di sorpresa tutto il sistema Ance già in allarme per il protrarsi di una situazione di stallo che sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori visto il coinvolgimento di tutta la filiera dell’edilizia motore insostituibile del mercato interno.
E’ assurdo che il Governo entri così all’improvviso a gamba tesa sui bonus edilizi, in maniera incomprensibile, senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo: questo significa tirare il freno a mano all’edilizia che, dopo anni di recessione, era finalmente ripartita.
Che conseguenze ci saranno sui cantieri?
Molti cantieri aperti potranno risentire quanto meno di un rallentamento o addirittura di un fermo, perché ovviamente aumenta il disorientamento tra beneficiari, imprese e addetti: si è di fronte ad una nuova modifica della normativa, a distanza di soli 40 giorni dalla precedente modifica.
Il blocco totale delle cessioni del credito porterà il blocco totale dell’edilizia privata che ormai sarà realizzata solo da coloro che possono completamente anticipare il totale dell’importo, e quindi sarà una misura per i più ricchi.
In particolare, poi, si intende mettere in evidenza che la conferma dell’art.2 Comma 3 del Decreto mette in notevole difficoltà le imprese che hanno ipotizzato, grazie anche al Sismabonus Acquisti, di fare investimenti in operazioni di demolizione e ricostruzione di edifici con l’obiettivo di ottenere nuove residenze che rispettassero i più innovativi criteri di sicurezza sismica e di efficienza energetica.
Cosa avrebbe auspicato?
Il D. L. n. 11 del 16 febbraio 2023, a fronte di una abrogazione della cessione dei crediti d’imposta, viene emanato senza prima aver individuato una soluzione per sbloccare i crediti già maturati
Inoltre, il provvedimento ha anche sancito il divieto assoluto di acquisto da parte delle Pubbliche amministrazioni, ivi comprese Regioni, Province e Comuni.
Auspico un segnale immediato da parte del Governo per risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione, già proposta da noi nei mesi scorsi, con la richiesta di mettere in atto un provvedimento che consentisse alle banche di compensare gli F24 dei correntisti con i crediti maturati dalle cessioni.
Qual è lo scenario in provincia di Salerno? Quali rischi, dopo questo stop, per le imprese salernitane?
In provincia di Salerno, solo per la problematica dei crediti “incagliati”, stimabili in oltre 640 milioni di euro, si rischia di far fallire oltre 280 imprese con la perdita di circa 1200 posti di lavoro.
Dilaga un sentimento di delusione e sconforto: invece di intervenire a supporto del comparto edile, si fa di tutto per demolire l’unico settore che è stato l’elemento trainante della ripresa economica post Covid.
Siamo però convinti che la soluzione non possa prescindere da un’azione congiunta di tutti gli attori del sistema, per condividere un percorso di maturità e responsabilità. Nei prossimi giorni, infatti, proporrò un incontro per organizzare, qui a Salerno, gli Stati Generali Delle Costruzioni, attraverso le principali associazioni datoriali e sindacali, gli Ordini professionali e tutti gli addetti facenti parte del Settore. C’è bisogno di un confronto che tuteli un pezzo del lavoro strategico per l’economia della nostra provincia.
Dobbiamo intervenire subito. Non possiamo attendere oltre.