Stati generali: Buia, sia ultimo tavolo, serve atto di coraggio
Poche e chiare azioni che richiedono però un grande atto di coraggio. Togliere la burocrazia significa tagliare con l’accetta i centri decisionali e posti di potere, vuol dire riformare abuso d’ufficio e danno erariale che alimentano la paura della firma. Dire basta ai 16 anni per realizzare un’opera pubblica strategica e ai 4/5 anni per le più semplici opere di manutenzione (a partire dalle scuole), avviando subito il Piano Marshall elaborato dall’Ance che consente a comuni e province di spendere tutte le risorse ferme nei cassetti dell’amministrazione pubblica. Usare il fisco come leva per il cambiamento e non come clava, come nel caso della proroga dello split Payment: un furto legalizzato di liquidità che rappresenta la mazzata finale per le imprese. E poi innovare e trasformare davvero le città, queste sconosciute: titoli da convegno e nessun accenno nei programmi di rilancio. Eppure è lì che si giocano le vere sfide del futuro. “Non possiamo più accettare vecchi programmi e risorse col contagocce: usiamo i soldi del recovery fund. C’è in gioco il futuro dei nostri figli: noi saremo accanto a chi avrà il coraggio di fare le scelte che servono veramente al Paese”, ha concluso Buia.