Riorganizzazione Ministero beni, attività culturali e turismo: audizione del Ministro Franceschini
Si è svolta lo scorso 19 gennaio, presso le Commissioni congiunte Istruzione del Senato e Cultura della Camera dei Deputati, l’audizione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, sulla riorganizzazione del Dicastero, sulla distribuzione del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) e sull’assetto delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Con riferimento alla riorganizzazione del Ministero, ha evidenziato in particolare che:
– la riforma è entrata in funzione a pieno ritmo e che sono presenti tre nuove Direzioni generali: una si occupa di educazione e ricerca e sta lavorando, come è inevitabile, a stretto contatto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR); un’altra si occupa di arte, architettura contemporanea e periferie urbane.
Le prime due Direzioni stanno lavorando ormai da un anno, non hanno articolazioni territoriali, ma utilizzano quelle presenti già sul territorio, ovvero le Soprintendenze e i musei. La terza è la Direzione generale musei e ciò comporta che i musei non fanno più riferimento alle soprintendenze, ma i musei e i luoghi della cultura aperti al pubblico fanno riferimento ai poli museali, che sono già operativi in tutte le Regioni italiane;
– sono state unificate in una unica Soprintendenza belle arti e paesaggio le competenze che prima erano distinte tra le Soprintendenze beni architettonici e beni artistici. Al riguardo, il Ministro ha rilevato che: “questa parte della riforma ha funzionato bene, l’integrazione è avvenuta e, come ho detto altre volte, non siamo più in presenza di una Soprintendenza che dà un parere su un quadro e di un’altra che dà un parere sul muro a cui il quadro è attaccato, ma abbiamo un unico ufficio territoriale”;
– i Segretariati regionali hanno sostituito le vecchie Direzioni regionali e quindi non svolgono più le funzioni di prima, ma hanno compiti di coordinamento;
– è stato recentemente sottoscritto una convenzione con Invitalia che prevede che tutte le gare di importo superiore ai 200.000 euro vengano svolte da tale agenzia. Al riguardo, il Ministro ha rilevato che tale innovazione “dà maggiori garanzie di efficienza nello svolgimento delle gare, perché l’indicazione generale, come giusto, è quella di andare verso stazioni appaltanti uniche o semplificate. Noi siamo andati in questa direzione, dal momento che, anche per problemi di organico, spesso le singole Soprintendenze o le Direzioni regionali non avevano le competenze necessarie per svolgere le gare nei tempi necessari o a prova di ricorso. Quindi abbiamo fatto questa scelta, che mi pare vada anche verso una semplificazione, dato che sono tornati gli investimenti”;
– la situazione post riforma è la seguente: pur avendo unito le Soprintendenze beni artistici e beni architettonici non abbiamo toccato l’articolazione territoriale.Le Soprintendenze belle arti e paesaggio, anche dopo l’unificazione, avendo mantenuto la distribuzione territoriale di prima, hanno una distribuzione assolutamente sproporzionata: la Toscana, con 3,5 milioni di abitanti, ha quattro Soprintendenze, la Lombardia, con 9,7 milioni di abitanti, ne ha due, la Puglia, con 4,1 milioni di abitanti, ne ha due. AL riguardo, il Ministro sottolinea che: “questa presenza territoriale andava ridisegnata, pur cercando di impattare nel modo minore possibile sui problemi di trasferimento dei dipendenti, cercando di creare una dimensione gestibile rispetto a quella del patrimonio tutelato e alla popolazione del territorio”;
– è stato deciso di intervenire con una redistribuzione territoriale che procede attraverso una unificazione delle due Soprintendenze: da quando entreranno in vigore le norme, in Italia cisarà un’unica Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, consentendo una redistribuzione territoriale che porterà ad esempio il Piemonte da 2 a 3 Soprintendenze, la Lombardia da 2 a 4, la Puglia da 2 a 3, il Lazio da 2 a 3, la Campania da 3 a 4, la Calabria da una a 2;
– l’unificazione in un’unica Soprintendenza comporta una serie di benefici, sia per la pubblica amministrazione sia per i cittadini. Per la pubblica amministrazione sarà minore il territorio da controllare e su cui esprimere i pareri, mentre i cittadini, le imprese o i singoli Comuni non si troveranno più di fronte al rischio che due Soprintendenze, parte dello stesso Ministero, diano due pareri distinti sullo stesso bene (uno della Soprintendenza archeologia e uno della Soprintendenza belle arti). La differenza di pareri sarà risolta all’interno della medesima Soprintendenza e il parere sarà unico.