Relazione sullo stato di attuazione del PNRR: le richieste della Camera
Nella seduta del 15 marzo scorso, le Commissioni della Camera hanno proseguito l’esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all’anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1). In particolare, si evidenzia quanto segue:
Commissione Bilancio
Ha approvato due risoluzioni che impegnano il Governo, tra l’altro, a:
- 8-00154 (a firma della maggioranza)
– per quanto riguarda i contenuti del PNRR, a valutare la possibilità di provvedere, in occasione della presentazione della seconda Relazione sullo stato di attuazione del PNRR e del Documento di economia e finanza per l’anno 2022, un eventuale riorientamento dell’allocazione delle risorse e degli obiettivi del PNRR alla luce dell’evoluzione della crisi internazionale in atto e dell’aggiornato quadro macroeconomico, con particolare riguardo all’eventuale impatto inflattivo della crisi medesima, nonché degli andamenti di finanza pubblica risultanti dallo stesso Documento di economia e finanza, tenendo conto degli atti di indirizzo approvati in sede parlamentare in materia di transizione energetica;
– per quanto riguarda i contenuti delle prossime Relazioni semestrali da presentare al Parlamento, a rendere informazioni sullo stato di avanzamento del lavoro nel raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi europei in ciascuna delle sei missioni in cui si articola il PNRR, e in particolare:
a evidenziare tempestivamente le criticità, rilevabili anche in via prospettica, che potrebbero incidere sul conseguimento, secondo la tempistica predefinita, dei target e dei milestone e a individuare progressivamente, per ciascuna linea di intervento, i soggetti destinatari delle risorse e quelli ai quali è concretamente affidata la realizzazione dei singoli progetti;
a precisare l’ammontare dei progetti previsti da norme antecedenti il PNRR, finanziati a valere sulle sovvenzioni erogate attraverso quest’ultimo;
a presentare, ove possibile, previsioni di medio periodo con riferimento agli oneri di funzionamento relativi ai progetti realizzati o in via di realizzazione nonché alla quota degli stessi a carico della finanza pubblica;
a fornire informazioni utili ai fini della puntuale localizzazione geografica degli interventi, esplicitando in particolare gli elementi che consentano di verificare o, comunque, di stimare la percentuale di risorse destinate ai territori del Mezzogiorno e agli altri territori oggetto della politica europea di coesione territoriale, in relazione a ciascun intervento, agli ambiti di competenza delle diverse Amministrazioni centrali e a ciascuna delle sei missioni in cui si articola il Piano, specificando, a tal fine, i criteri utilizzati per il calcolo delle cosiddette «risorse territorializzabili», cui va riferita la quota minima del 40 per cento, di cui all’articolo 2, comma 6-bis, del decreto-legge n. 77 del 2021;
– per quanto riguarda la governance del PNRR:
– a prevedere un ulteriore coinvolgimento delle autonomie territoriali, secondo una logica di partnership multilivello, per affrontare più incisivamente le sperequazioni che ancora caratterizzano le diverse aree del territorio nazionale;
– a prevedere un maggiore coordinamento tra tutti i soggetti incaricati della redazione dei bandi, al fine di armonizzare i criteri da essi seguiti, ponendo particolare attenzione ai tempi assegnati alle amministrazioni locali per la presentazione delle proposte di loro competenza e prevedendo strumenti volti ad agevolare la fase di progettazione attraverso la pianificazione dei tempi di pubblicazione dei bandi e l’anticipazione dei principali criteri di assegnazione previsti dagli stessi;
– al fine di rafforzare le strutture amministrative preposte all’attuazione del PNRR e di accelerare la realizzazione degli obiettivi e dei traguardi previsti dal medesimo Piano, a prevedere che le relative risorse possano anche essere destinate direttamente a partenariati di carattere pubblico-privato, coinvolgendo questi ultimi nelle attività di preparazione e attuazione dei programmi di investimento;
– ad assumere iniziative volte a prevedere che gli enti locali titolari degli interventi possano affidare il ruolo di responsabile unico del procedimento per la realizzazione degli interventi del PNRR a un professionista esterno, senza vincoli di subordinazione con l’amministrazione, selezionato mediante procedure trasparenti ovvero attraverso convenzioni con gli ordini professionali di riferimento, qualora le tempistiche per l’assunzione del personale tramite procedure selettive ad evidenza pubbliche non siano in grado di assicurare la celere realizzazione degli interventi medesimi;
– a prevedere il coinvolgimento del Ministro per il Sud e la coesione territoriale prima della finalizzazione dei bandi da parte delle amministrazioni centrali;
– a predisporre, attraverso le amministrazioni centrali, interventi sostitutivi in caso di ritardo degli enti territoriali nella realizzazione degli interventi rispetto ai tempi previsti nel cronoprogramma ovvero in caso di presentazione, da parte dei medesimi enti, di progetti inadeguati in rapporto agli standard e agli obiettivi indicati nel PNRR;
– per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle risorse:
a) a prevedere, nella redazione dei bandi, linee di finanziamento differenziate per macroaree;
b) ad adottare iniziative nell’ambito di ulteriori DPCM per la definizione dei criteri di riparto delle risorse riferite al periodo 2027-2034, volte a migliorare ed integrare l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM), per la ripartizione tra gli enti locali di ulteriori contributi previsti da successivi bandi, con parametri territorialmente idonei a garantire un’equilibrata distribuzione territoriale dell’intero Paese, ferma restando la quota minima del 40 per cento per il Mezzogiorno, come previsto dalla mozione 1-00569 (nuova formulazione), approvata dall’Assemblea della Camera dei deputati nella seduta del 9 febbraio 2022, valutando altresì la possibilità di introdurre meccanismi per la conferma delle risorse allocate nel Mezzogiorno qualora il raggiungimento del citato obiettivo del 40 per cento rischiasse di essere compromesso.
- 8-00155 (a firma dell’opposizione)
– a garantire l’alimentazione tempestiva e continua del sistema informatizzato da parte dei Soggetti Attuatori, anche per il tramite di eventuali altri sistemi locali di supporto, finalizzata a verificare l’avanzamento attuativo dei progetti, il raggiungimento dei milestone e dei target, concordati a livello europeo e nazionale per le misure del PNRR, anche a livello di singolo intervento;
-ad adottare le iniziative opportune a potenziare la capacità di spesa della pubblica amministrazione, sia a livello centrale sia a livello periferico, anche attraverso la riduzione del numero delle stazioni appaltanti, al fine di potenziarne l’efficacia e la capacità di contrastare fenomeni corruttivi, e scongiurare il rischio del doppio finanziamento dei progetti, e l’inserimento nella PA di figure professionali tecniche in grado di gestire i progetti e la spesa e, più in generale, adottando in tempi rapidi le riforme necessarie all’attuazione del PNRR nei tempi previsti, con particolare riferimento alla disciplina in materia di appalti;
6) a effettuare un coordinamento efficace tra i diversi livelli di governance con riferimento all’elaborazione e attuazione dei progetti attraverso il coinvolgimento degli enti locali e delle Regioni, anche al fine di sostenere i processi di aggregazione e di ristrutturazione che le imprese italiane dovranno affrontare per il raggiungimento degli obiettivi in materia di transizione ecologica.
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Commissione Politiche dell’UE
Ha approvato due risoluzioni che impegnano il Governo, tra l’altro, a:
- 8-00152 (a firma della maggioranza)
– per quanto riguarda la priorità trasversale della coesione territoriale, a trasmettere nelle prossime relazioni di monitoraggio, i criteri alla base della stima degli importi territorializzati e del relativo riparto, che andrà articolato con riferimento alle diverse linee di intervento. Andrebbe inoltre fatto ogni sforzo per innalzare anche la soglia dei «progetti in essere» al 40 per cento, vale a dire dei progetti già in itinere al momento dell’approvazione del PNRR, coerenti con le sue finalità e quindi inclusi nel Piano, sebbene già finanziati a valere su altre fonti nazionali. Andrebbe inoltre confermato ogni sforzo affinché gli importi territorializzati includano, non solo gli investimenti diretti della pubblica amministrazione, ma anche gli incentivi agli investimenti privati, laddove compatibili con il diritto unionale ed in particolare con la disciplina in materia di aiuti di Stato. Indipendentemente dal riparto complessivo degli importi territorializzati, per quanto riguarda la fase dei pagamenti a promuovere adeguati interventi dei confronti degli enti territoriali del Sud, per l’attivazione tempestiva delle anticipazioni previste dalla normativa vigente per gli interventi del PNRR stante l’aumento del divario territoriale che deriverebbe da eventuali ritardi nell’azione di stimolo all’economia del Sud;
– sempre con riferimento alla finalità trasversale della coesione territoriale, a sostenere che il PNRR sia ancorato a un’impostazione basata su tappe intermedie e obiettivi, valorizzando il carattere innovativo dell’impostazione del PNRR, rinvenibile, come ricordato, nella sua impostazione focalizzata sui risultati, e che si attivino apposite iniziative per la valutazione volte tra altro a verificare l’effettiva destinazione della quota di risorse attualmente prevista dal PNRR alla finalità in esame consenta il raggiungimento di obiettivi di azzeramento o riduzione dei divari di sviluppo;
– per quanto riguarda la priorità trasversale della parità di genere e generazionale, a formulare, nel corso delle prossime iniziative di valutazione, sulla base dei dati di monitoraggio, opportune valutazione di congruità e di efficacia delle azioni intraprese, anche avvalendosi delle iniziative adottate sulla certificazione di questa priorità. A titolo esemplificativo, ove nel corso del tempo si ravvisi la mancata inversione di tendenza dell’aumento del divario tra occupazione maschile e femminile, recentemente certificato dal Bilancio di genere per il 2020, nonché un mancato incremento dell’occupazione giovanile, potrà valutarsi se gli interventi finalizzati a tali due priorità trasversali siano adeguati, eventualmente valutando l’adozione di possibili azioni correttive mettendo in campo ogni sforzo affinché la previsione di una soglia del 30 per cento di occupazione femminile e giovanile nelle imprese aggiudicatrici degli appalti finanziati con il PNRR sia rispettata;
– per quanto attiene ai profili finanziari dell’attuazione del Piano, anche ai fini di valutarne la compatibilità con le regole comunitarie di governance economica, a dare conto, per quanto possibile, nelle future relazioni di monitoraggio degli specifici utilizzi delle risorse rinvenienti dalle sovvenzioni e dai prestiti europei, specificando la quota di tale utilizzi destinata al finanziamento di progetti in essere, al fine di evidenziare i riflessi dell’attuazione del Piano sull’evoluzione e sulla composizione delle grandezze di finanza pubblica, inclusi gli effetti prodotti dal disallineamento temporale tra gli incassi degli aiuti europei e le spese connesse agli interventi cui tali aiuti sono finalizzati; in tale prospettiva, a confermare l’impegno ad assicurare che i progetti vengano realizzati tempestivamente e che comunque le risorse siano utilizzate al meglio al servizio degli obiettivi di ripresa e resilienza del Paese;
– per quanto attiene il contributo dell’attuazione del PNRR ai fini del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, a valorizzare il contributo di ciascuna delle misure a quelli di sviluppo sostenibile previsti nell’Agenda, in modo da evidenziare come l’attuazione del PNRR contribuisca ai progressi verso il raggiungimento delle sfide globali definite in sede ONU per il 2030.
e n. 8-00153(a firma dell’opposizione)
-a promuovere un dibattito europeo sulla possibilità di rimodulare la politica fiscale europea sulla base del mutato contesto geopolitico e delle esigenze espresse dalle associazioni di categoria maggiormente coinvolte dalla transizione ecologica;
– a potenziare le strutture a supporto degli enti territoriali al fine di garantire un aiuto concreto ai fini della buona riuscita delle procedure utili al soddisfacimento dei criteri fissati dai bandi al fine di poter usufruire delle risorse.