“Progettare città per le persone”: la CEI si rivolge a cittadini, imprese e politici
Inclusione Sociale, Economia d’Impatto ed Ecologia Urbana sono i tre pilastri su cui si fonda il Manifesto “Progettare città per le persone” lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) attraverso il servizio nazionale per l’Edilizia di Culto.
Il documento, facendo proprie le istanze dell’Enciclica papale, Laudato Si’ sulla Cura della casa comune, si rivolge a cittadini, imprese e professionisti, soggetti privati, pubbliche amministrazioni e decisori politici, associazioni di categoria ed enti di formazione affinché ciascuno nel proprio ruolo e secondo le proprie responsabilità “si assuma l’impegno di progettare, costruire e gestire sempre luoghi belli, sostenibili ed inclusivi”.
Sette le qualità essenziali che i luoghi dell’abitare devono esprimere: affermare la dignità e la centralità della persona, migliorare la qualità della vita, promuovere una socialità dinamica e inclusiva, non sacrificare la bellezza al profitto, essere la miglior risposta ai bisogni e alle aspettative delle persone, usare in maniera sostenibile le risorse, avere effetti sull’ambiente sostenibili e misurabili.
Per ciascuno di questi punti, cittadini, decisori politici e imprese vengono esortati in modo puntuale ad assumersi le proprie responsabilità.
I cittadini vengono esortati alla partecipazione, alla consapevolezza della propria dignità, alla cura dei luoghi e del loro decoro e alla lotta al degrado, alla cultura dell’integrazione e del dialogo, alla riduzione dei consumi e degli sprechi, all’attenta valutazione dell’impatto ambientale degli interventi di piccole dimensioni.
Alle amministrazioni è richiesto di superare gli errori legati alle passate politiche territoriali e urbane, perseguire obiettivi di interesse generale in un quadro di regole chiaro e condiviso, ridurre costi e consumi e incentivare l’utilizzo di materiali rinnovabili collaborando con il settore privato per garantire costi e tempi certi, includere nell’analisi costi-benefici dei progetti anche i potenziali costi dei mancati interventi, adottare sistemi di valutazione della sostenibilità delle iniziative di sviluppo e recupero del territorio chiare e condivise e politiche urbane inclusive di contrasto al degrado delle periferie.
Alle imprese viene ricordata l’importanza di assumere quale metro di valutazione della riuscita di un intervento, non solo il profitto, ma la sua stessa sostenibilità, la sua capacità di declinare i valori della dignità dell’essere umano e dell’ambiente. I professionisti vengono esortati alla consapevolezza che “il recupero e la valorizzazione delle periferie e dei centri storici rappresentano una straordinaria occasione di riqualificazione culturale sociale ed urbanistica”, all’importanza dell’innovazione dei processi costruttivi che prediligano soluzioni di riuso e riciclo e alla creazione di partnership virtuose con amministratori e cittadini.
In allegato il Manifesto “Progettare città per le persone” della Conferenza Episcopale Italiana