Nuovo Codice Appalti, più snello il testo dell’ultima bozza

Confermati qualità della progettazione, BIM obbligatorio e requisiti più agevoli per partecipare alle gare

Prosegue il lavoro di limatura del nuovo Codice Appalti. L’ultima bozza, datata 27 gennaio, taglia una trentina di articoli per rendere il testo più snello.
Le versioni circolate nei giorni precedenti contenevano 249 articoli e non si discostavano quindi molto dal Codice Appalti attuale, che di articoli ne ha 257. Con l’impostazione che sembra aver preso piede, si arriverebbe a 215 articoli.

Confermati i principi ispiratori, che prendono le mosse dalla Legge delega per la Riforma degli appalti, basati su qualità della progettazione, utilizzo obbligatorio del BIM e requisiti più leggeri per la partecipazione alle gare.
Qualità nella progettazione delle opere pubbliche

La progettazione delle opere pubbliche sarà articolata in tre livelli: piano di fattibilità tecnica ed economica, progettazione definitiva, progettazione esecutiva e dovrà garantire il raggiungimento di una serie di obiettivi, come la qualità architettonica e tecnico funzionale dell’opera da realizzare, ma anche il limitato consumo di suolo, l’efficientamento energetico, il rispetto dei vincoli idrogeologici e sismici, il soddisfacimento dei bisogni della collettività, la compatibilità con eventuali siti archeologici, l’utilizzo di strumenti elettronici di modellazione (BIM).

Sei mesi dopo l’entrata in vigore del Codice, negli appalti di importo superiore alla soglia comunitaria (5.225.000 euro per i lavori, 135.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle amministrazioni governative, 209.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle altre amministrazioni), l’uso del BIM sarà obbligatorio. In seguito dovrà essere utilizzato anche nelle gare di importo inferiore.

Il concorso di progettazione o di idee sarà sempre utilizzato nel caso in cui le opere abbiano una particolare rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale, storico-artistico, conservativo e tecnologico.

Le Amministrazioni pubbliche destineranno il 2% degli importi a base di gara per le attività di programmazione delle spese, controllo delle procedure di gara, direzione dei lavori e collaudi svolti dai dipendenti pubblici. L’80% di queste somme sarà ripartito tra il responsabile del procedimento e i suoi collaboratori, mentre sono esclusi i dipendenti con qualifica dirigenziale. I premi non potranno superare il 50% dello stipendio annuo lordo. Il restante 20% sarà invece destinato all’acquisto di beni, strumenti tecnologici, strumenti BIM e al miglioramento delle banche dati.

Per garantire la qualità, le gare saranno aggiudicate col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il criterio del prezzo più basso dovrà sempre essere motivato

Partecipazione alle gare d’appalto

Il fatturato richiesto non potrà superare il doppio del valore stimato dell’appalto. Per provare la capacità tecnica sarà inoltre necessario elencare i servizi prestati negli ultimi tre anni, i collaboratori tecnici, le attrezzature di cui si dispone, i titoli di studio dei prestatori di servizio e dei dirigenti, il numero medio annuo di dipendenti impiegati e il numero di dirigenti negli ultimi tre anni. Dovrà essere garantita la sostenibilità energetica e ambientale legando il criterio di aggiudicazione ai costi del ciclo di vita dei prodotti e prevedendo un punteggio maggiore per i lavori, i beni e i servizi con un minore impatto sulla salute e sull’ambiente.