Nota di aggiornamento al DEF 2017: iter in Parlamento

E’ all’esame delle Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato la Nota di aggiornamento al Documento di Economica e Finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis), prevista dall’art. 7 della Legge 196/2009 – come modificata dalla L 163/2016 – quale strumento di programmazione finanziaria volto ad aggiornare gli obiettivi programmatici e il quadro dei conti pubblici, e per questo propedeutica alla Legge di Bilancio 2018 che dovrà essere presentata in Parlamento entro il 20 ottobre p.v.

 L’iter legislativo del provvedimento prevede l’espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari che ne svolgeranno preliminarmente un ciclo di audizioni dei soggetti istituzionali. Successivamente il provvedimento approderà in Aula – il 4 ottobre p.v. – dove verranno approvate apposite Risoluzioni al Governo.

La Nota è strutturata in cinque sezioni volte, in particolare, a: illustrare il quadro economico complessivo e gli obiettivi di politica economica; presentare la dinamica del rapporto debito/Pil dello scenario programmatico attraverso l’andamento delle sue componenti; analizzare la dinamica del debito; esaminare le misure attuate e in corso di attuazione in risposta alle raccomandazioni del Consiglio Europeo.

La Nota è corredata di appendici (tra cui il cronoprogramma delle riforme) e di quattro allegati concernenti: la Relazione sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali; il Rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali; il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva e la Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva.

 

QUADRO ECONOMICO

Il Documento presenta una revisione al rialzo delle stime tendenziali sull’andamento dell’economia italiana rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, per tutto il quadriennio 2017- 2020 ed in particolare per l’anno in corso, nel quale la stima di crescita del PIL, che si era posizionato allo 0,9 per cento nel 2016, passa dall’1,1 all’1,5 per cento.

Sempre leggermente superiori alle stime del DEF, sono le previsioni tendenziali per gli anni successivi: il PIL è previsto crescere dell’1,2 per cento per ciascun anno del biennio 2018-2019, e dell’1,3 per cento nel 2020.

Vengono, inoltre, rivisti in rialzo, rispetto al DEF, i principali indicatori del mercato del lavoro: il tasso di occupazione è previsto superare il 58% già nel 2017, per raggiungere il 60% nel 2020 (+0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni del DEF nel 2017, e +0,5 per cento negli anni successivi); il tasso di disoccupazione è rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali nell’anno in corso (11,2 per cento), fino a scendere sotto il 10% nel 2020.

A tali risultati ha contribuito, a partire dal 2014, una strategia di politica economica i cui pilastri sono, tra l’altro:

-la progressiva diminuzione della pressione fiscale – scesa di circa un punto percentuale tra 2013 e 2016 –, conseguita mediante gli interventi di riduzione dell’IRES e dell’IRPEF ai lavoratori con remunerazioni più basse, la cancellazione della componente IRAP sul lavoro dipendente, dell’IMU sui beni strumentali imbullonati e sui terreni agricoli, dell’imposta sulla casa di proprietà e residenza (TASI). Si stima che per effetto di questi interventi i contribuenti italiani pagheranno rispetto al 2013 minori imposte per circa venti miliardi di euro;

-una serie coordinata di incentivi agli investimenti privati (il piano Industria 4.0);

-un ampio insieme di riforme strutturali.

La previsione per l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche nel 2017 rimane invariata al 2,1% previsto nel DEF, confermando il percorso di miglioramento avviato dal 2015. Nel 2018 tale saldo verrebbe poi a dimezzarsi (1,0 per cento), sia per la discesa della spesa per interessi sia, principalmente, per le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’IVA tuttora previsto dalla legislazione vigente per tale anno, fino ad arrivare in prossimità del pareggio nel 2020, anno in cui è stimato pari allo 0,1 per cento.

Il debito pubblico scenderebbe al 131,6% del PIL dal 132,0% del 2016, livello che è stato rivisto al ribasso (dal 132,6%), giungendo al 124,3% nel 2020.

Nel Documento si prefigura una manovra netta di bilancio pari a circa 0,6 punti percentuali di PIL – che verrà dettagliata nella legge di bilancio per il 2018 – rivolta, in primo luogo, a disattivare le clausole di salvaguardia previste per il 2018 sterilizzando, in tal modo, l’aumento delle aliquote IVA.

 

MISURE CHE SARANNO CONTENUTE NELLA LEGGE DI BILANCIO 2018

Nel documento si legge che i maggiori spazi recuperati saranno utilizzati dal Governo al fine di consentire l’adozione nella prossima legge di bilancio:

– di misure in favore della crescita attraverso l’incentivazione degli investimenti privati e il potenziamento di quelli pubblici, inclusi quelli in capitale umano e ricerca, con il duplice obiettivo di supportare la competitività del Paese e stimolare la domanda aggregata;

– di interventi per promuovere la crescita occupazionale in particolare dei giovani;

– di interventi finalizzati al sostegno dei redditi delle famiglie più povere;

della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia previste da precedenti disposizioni legislative;

  

RACCOMANDAZIONI UE E MISURE ADOTTATE

Nella Nota di aggiornamento vengono, poi, illustrate nel dettaglio, anche attraverso un apposito cronoprogramma, le principali iniziative intraprese dal Governo in risposta alle raccomandazioni dell’UE di luglio 2017  attinenti, tra l’altro,le seguenti tematiche: finanza pubblica, fiscalità, giustizia civile e corruzione, riforma della P.A., infrastrutture e Codice appalti, incentivi, semplificazioni e altre misure di sostengo alle imprese, concorrenza, mercato del lavoro.