Lavoro in edilizia, Ance: formazione continua per manodopera specializzata delle imprese

 
Si è svolta il 10 c.m. l’audizione informale dell’ANCE in video conferenza presso la Commissione Lavoro del Senato, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sui canali di ingresso nel mondo del lavoro e sulla formazione professionale dei giovani: stage, tirocinio e apprendistato.

Il Direttore generale dell’ANCE, Massimiliano Musmeci, ha evidenziato in premessa come negli ultimi anni lo scenario economico sia stato ridefinito da profondi cambiamenti che hanno interessato anche il mondo delle costruzioni. Il futuro dell’edilizia, in linea con i relativi obiettivi internazionali, è infatti orientato sempre più sul tema della sostenibilità che si pone al centro della riconfigurazione dei processi produttivi e dei percorsi formativi.  Favorire la formazione continua e la riconversione professionale dei lavoratori, e conseguentemente l’occupabilità, sono fattori chiave, assieme a nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, per rispondere alle trasformazioni del mercato, ottimizzare la produttività e mantenere risorse umane nel circuito di settore.

L’Agenda europea per le competenze, sebbene evidenzi che il “nuovo patto per le skills” debba essere trasversale a tutti i settori, segnala la priorità di intervento proprio in alcuni di quelli individuati come prioritari nel Green Deal europeo, per i quali saranno essenziali strategie ambiziose di sviluppo delle competenze e riqualificazione, tra cui anche il settore delle costruzioni. Per rilanciare l’economia e realizzare la transizione verde, proprio nei settori individuati come prioritari, sussiste la necessità di specifiche competenze green, nonché di quelle digitali.  Dopo la profonda crisi che ha segnato il settore delle costruzioni, determinando una forte riduzione degli occupati, la prospettiva offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dagli incentivi fiscali e da una ripresa del mercato immobiliare, è quella di un ritorno, a medio termine, ai livelli occupazionali registrati prima della crisi.

Ha quindi citato i dati dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance, da cui emerge che nel 2021 gli investimenti legati alle costruzioni hanno registrato un aumento del 16,4% (un risultato superiore anche ai livelli pre-pandemici (+9% rispetto al 2019)) e la produzione è aumentata del 24,3%. Per quanto riguarda l’occupazione, secondo il monitoraggio CNCE, nel 2021, rispetto al 2020, si registra un aumento dell’12,58% degli iscritti alle Casse Edili e del 27,90% delle ore lavorate. 

Tale recupero, tuttavia, oltre che dipendere dal confronto con l’anno della pandemia, è ben lontano dal compensare la consistente caduta dei livelli occupazionali accumulata in dieci anni di grave crisi settoriale, che ammonta a oltre 600mila posti di lavoro persi nelle costruzioni. La ripresa dei livelli occupazionali nelle costruzioni risulta inoltre accompagnata da un ulteriore fenomeno, generalizzato a tutti i settori economici ma particolarmente intenso nelle costruzioni, ovvero la crescente difficoltà nel reperire personale specializzato. Tale gap tra domanda e offerta, in questo contesto di crescita, rischia seriamente di frenare la ripresa economica.

La necessità di adattarsi rapidamente al mutato scenario espansivo post pandemia ha modificato la domanda delle imprese verso profili professionali ricercati. I driver, in questo senso, sono le competenze in ambito digitale e “green”, entrambe molto richieste e temi centrali su cui punta il PNRR. Per le costruzioni, in particolare, il progressivo aumento della domanda per alcune maestranze specifiche risulta, presumibilmente, connessa anche alla realizzazione di interventi legati al Superbonus, strumento fiscale che nello scorso anno ha riscontrato grande successo sul mercato. 

Sulla base dell’Osservatorio Congiunturale Ance, oltre il 70% delle imprese rispondenti lamenta difficoltà elevate nel reperire alcuni profili professionali. E’ quindi evidente che il tema della formazione professionale riveste carattere prioritario per il settore edile, poiché rappresenta un valore aggiunto per il percorso professionale dei lavoratori, favorendone la necessaria mobilità, e risulta determinante per assicurare la specializzazione richiesta dal mercato, potenziare la competitività dell’impresa, garantire la sicurezza sul lavoro e contrastare il lavoro irregolare.

Un impegno condiviso nel tempo dalle parti sociali nell’ambito della contrattazione collettiva dell’edilizia, e ribadito nel recente rinnovo contrattuale, i cui punti cardine sono proprio gli investimenti in formazione e sicurezza, oltre a specifici incentivi per favorire l’occupazione dei giovani, nell’ottica di implementare la professionalità dei lavoratori e la qualificazione delle imprese.

A sostegno di tali obiettivi, sono dirette le ingenti risorse messe in campo dal PNRR e la definizione, in particolare, del Piano nazionale nuove competenze (PNC), adottato con il DM 14 dicembre 2021 e articolato in tre programmi guida (Programma GOL – Sistema duale – Fondo Nuove Competenze), che rappresenta lo strumento di coordinamento strategico per gli interventi di qualificazione/riqualificazione, soprattutto dei giovani, volti a fronteggiare i fabbisogni di nuove competenze derivanti dalle transizioni digitali ed ecologiche, oltreché dagli effetti della pandemia da COVID-19, e per favorire il raccordo tra il sistema dell’istruzione e della formazione e il mercato del lavoro.

L’incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani costituisce una delle priorità trasversali del PNRR, che mira a promuovere una maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro tramite interventi diretti di sostegno all’occupazione giovanile e interventi indiretti che produrranno benefici trasversali anche in ambito generazionale.  Tra quelli più significativi che impattano in modo diretto si annoverano:

  • – l’investimento di 600 milioni di euro sul sistema duale, con l’obiettivo di partecipazione al sistema di almeno 135.000 persone in più nel quinquennio 2021-2025, con un conseguente incremento di giovani nel mercato del lavoro che, in tal modo, conseguono contestualmente un titolo di studio di istruzione e formazione professionale;
  • – l’investimento di 1,5 miliardi di euro per lo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS), al fine di incrementare il numero degli attuali iscritti ai relativi percorsi (18.750 frequentanti e 5.250 diplomati all’anno) almeno del 100% tra il 2021 ed il 2025.

In buona parte, gli investimenti saranno rivolti a settori sottocapitalizzati, tra cui anche quelli delle costruzioni e dell’istruzione.

Il Direttore si è quindi soffermato sui temi attinenti il sistema di formazione professionale terziaria, evidenziando l’opportunità di implementare i percorsi formativi degli ITS mirati all’acquisizione delle specifiche competenze richieste nel settore edile e le assunzioni in apprendistato, che andrebbero implementate, stante la rilevanza che per il mondo produttivo assume l’integrazione tra istruzione e formazione professionale e l’attività di lavoro. L’istituto dell’apprendistato, per il quale le parti sociali dell’edilizia hanno delineato una puntuale disciplina relativa a tutte e tre le tipologie contrattuali contemplate dalla legge, così come l’istituto del tirocinio, per il quale si ritiene utile intervenire con una riforma adeguata, che contempli anche una semplificazione delle relative procedure e un appropriato monitoraggio, rappresentano sicuramente validi strumenti per formare le professionalità di cui necessitano le imprese e favorire quindi l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Nel 2021, per il settore delle costruzioni, si registrano, complessivamente (industria e artigianato), 24.872 lavoratori apprendisti. Per quanto riguarda, invece, l’attivazione di tirocini, i dati Anpal registrano, nell’arco temporale 2014-2019, per il settore una percentuale pari al 3,8.

Nel perseguimento dell’obiettivo dell’integrazione formazione/lavoro, un ruolo importante è rivestito inoltre dal sistema bilaterale delle costruzioni, gestito pariteticamente con le Organizzazioni sindacali e costituito da circa 300 enti presenti sul territorio nazionale, di cui più di 100 dedicati alla formazione degli operatori del settore, che svolge un ruolo sostanziale nel fronteggiare le peculiari esigenze dell’edilizia. Un sistema fondamentale, consolidatosi nel corso degli anni, il cui costo, però, grava interamente sulle imprese edili. In particolare, per la formazione e la sicurezza, le imprese pagano un contributo pari a circa l’1%, destinato alla promozione e attuazione, nei singoli ambiti territoriali, di iniziative di prima formazione per i giovani, di formazione continua e in materia di sicurezza, secondo le esigenze del mercato del lavoro locale.

Sarebbe, pertanto, opportuno riservare il contributo dello 0,30%, versato dalle imprese edili all’Inps e non destinato a Fondimpresa, agli enti bilaterali dell’edilizia deputati all’erogazione di attività formative specifiche per il settore.

Risulta parimenti essenziale implementare la collaborazione tra gli enti bilaterali del settore e i centri per l’impiego, in ordine ai quali si reputa fondamentale implementarne l’attività, nonché adottare specifici bandi finalizzati a sostenere la formazione dei lavoratori presso il sistema formativo edile.

Stante la forte carenza di figure specialistiche che si registra nel mercato del lavoro edile, una stretta alleanza tra sistema pubblico e privato, con il pieno coinvolgimento del sistema associativo e imprenditoriale dell’edilizia e del sistema bilaterale di settore risulta fondamentale per l’attuazione di tutti gli interventi di riforma delle politiche attive del lavoro, per favorire l’orientamento dei giovani e ottimizzare il matching tra domanda e offerta di lavoro, in relazione agli specifici fabbisogni di capitale umano altamente specializzato delle imprese rilevati a livello territoriale e derivanti dalle profonde innovazioni del mercato del lavoro.

In tale contesto, la Borsa Lavoro Edile Nazionale (BLEN.it), istituita con il Ccnl del 2008, rappresenta un importante strumento per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, volto ad offrire un’occasione occupazionale ai lavoratori e a rispondere alle esigenze delle imprese alla ricerca di manodopera specializzata, per la quale un ruolo fondamentale e attivo è affidato al Formedil Nazionale, con la collaborazione della Cnce (Commissione nazionale paritetica per le Casse Edili).