Istat: produzione edilizia -0,4% a marzo, -0,5% nel trimestre. Centro Studi ANCE: «Un’ombra sulla ripresa»
Il Cresme resta invece ottimista: «Il settore crescerà dell’1,8%».
Segnali di frenata arrivano dall’Istat per la debole ripresa del settore delle costruzioni: a marzo 2016, rispetto al mese precedente, l’indice Istat destagionalizzato della produzione nelle costruzioni (investimenti e manutenzioni) ha registrato una riduzione dello 0,7%. Su base annua (dato più significativo) sempre a marzo 2016 l’indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario è diminuito dello 0,4%.
Negativo anche il dato dell’intero primo trimestre 2016: nella media del trimestre gennaio-marzo 2016 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Nella media dei primi tre mesi dell’anno l’indice della produzione corretto per gli effetti di calendario è diminuito dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Segnali di deflazione, e dunque di domanda fiacca, anche dagli indici Istat dei costi nelle costruzioni: gli indici di costo del settore segnano una diminuzione dello 0,2% per il tronco stradale senza tratto in galleria e dello 0,1% sia per il fabbricato residenziale sia per il tronco stradale con tratto in galleria. Il contributo maggiore alla diminuzione tendenziale degli indici dei costi di costruzione dei tronchi stradali deriva, sia per quello con tratto in galleria sia per quello senza galleria, dal calo dei costi dei materiali (rispettivamente -1,3 e -1,8 punti percentuali).
Su base annua, marzo 2016 su marzo 2015, il costo del fabbricato residenziale è salito dello 0,5%, mentre quello dei tronchi stradali è diminuito dell’1,4% per quello in galleria e dell’1,8% per quello senza galleria.
« Il dato di marzo – commenta il Centro Studi Ance in una nota – getta un’ombra sulle aspettative di ripresa del settore delle costruzioni, dopo gli aumenti registrati a febbraio 2016 e negli ultimi due mesi dello scorso anno».
«Il calo segnalato dall’Istat – conferma il presidente Ance Claudio De Albertis – è estremamente preoccupante. A questo punto non so se a fine anno sarà raggiunta la nostra previsione per il 2016 (formulata a dicembre) di un aumento dell’1% degli investimenti in valori reali. Una previsione che comincia a vacillare».
«Questo dato Istat – prosegue De Albertis – si aggiunge al calo registrato dai bandi di gara nel primo quadrimestre, a cui seguirà una lunga stasi a causa delle difficoltà di avvio del Codice appalti. A questo punto auspichiamo un deciso intervento del governo e del Ministro Delrio».
«Il dato dell’Istat di marzo – spiegano al Centro studi Ance – arriva dopo i dati positivi (tendenziali) di novembre (+4%) e dicembre (+1,1%), seguiti dal -1,7% di gennaio e poi dal +0,5% di febbraio. Complessivamente, comunque, il trimestre è al di sotto delle aspettative».
Nell’Osservatorio congiunturale di dicembre l’Ance prevedeva la spinta alla ripresa, nel 2016, tutta dalle opere pubbliche, +6% quest’anno. E proprio da qui vengono le preoccupazioni dell’Ance: «I fattori di preoccupazione – spiega il Centro studi – sono : 1) lo shock del nuovo Codice, che sta bloccando i nuovi bandi; 2) le nuove regole sul Patto di Stabilità dei Comuni, che danno sì nuove possibilità di investimento, ma che sono state capite e trasformate in progetti di investimento molto più lentamente del previsto».
Secondo l’osservatorio bandi dell’Ance, che prende un campione più stretto di quello Cresce, considerando solo i bandi dove i lavori sono prevalenti, segnala un quadrimestre in calo del 7,2% nel numero di avvisi e del 16,1% (a 5,183 miliardi di euro) negli importi, nonostante la fiammata di aprile per pubblicare prima del nuovo codice (+12,3% nel numero e +46,8% negli importi rispetto allo scorso anno).
Resta invece ottimista Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme: «Il nostro sistema informativo – spiega – continua a farci prevedere una ripresa solida del settore per quest’anno, pari all’1,8% reale negli investimenti». Si tratta di molto più della crescita del Pil prevista dall’Istat per il 2016 (+1,1%, mentre il governo nel Def ha previsto +1,2%), e solo una lieve limatura rispetto alle previsioni dello stesso Cresme di novembre scorso (+2,2% nel 2016). Il governo, sempre nel Del del 9 aprile, prevede per le costruzioni +1,0% negli investimenti nel 2016.
«I dati sulla riqualificazione – spiega Bellicini – sono molto positivi, anche oltre le previsioni. Le nuove costruzioni residenziali vanno ancora male, ma si sapeva. Sulle opere pubbliche confermiamo la forte crescita, che si basa sulla consistente crescita fatta segnare dai bandi nel2014 e 2015 (non basta qualche mese di calo per invertire la tendenza). E poi le macchine movimento terra e l’idrotermosanitario crescono a doppia cifra, importanti indicatori di un settore in ripresa».