Infortunio, Ance: bene chiarimento Inail, ora la norma correttiva

Importante il chiarimento fornito dalla circolare dell’Inail n.22 che esclude in maniera netta profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro nel contagio da Covid-19. L’Istituto  chiarisce che non esiste alcuna correlazione diretta tra contagio e responsabilità del datore di lavoro a meno che non ci sia una violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche. 

Il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa

Sono diversi i presupposti per l’erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail.

Pertanto, il riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Istituto non assume alcun rilievo per sostenere l’accusa in sede penale, considerata la vigenza in tale ambito del principio di presunzione di innocenza nonché dell’onere della prova a carico del pubblico ministero. E neanche in sede civile il riconoscimento della tutela infortunistica rileva ai fini del riconoscimento della responsabilità civile del datore di lavoro, tenuto conto che è sempre necessario l’accertamento della colpa di quest’ultimo per aver causato l’evento dannoso.

Al riguardo, si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro.

Ora i costruttori si attendono un immediato segnale altrettanto chiaro dal Governo affinché sia corretta la norma inserita nel DL Cura che sembrerebbe lasciare aperta la possibilità che l’imprenditore possa essere chiamato a rispondere penalmente ed economicamente in caso di contagio di un proprio dipendente. Il Settore Edile ha firmato già a marzo per primo un protocollo sulla sicurezza al quale ne sono seguiti altri due proprio per garantire ai propri lavoratori la massima tutela: abnorme pensare che i rischi di contagio possano essere scaricati sulle spalle di chi fa impresa e rispetta le regole, sottolinea il presidente Ance nazionale Gabriele Buia, che invita il Governo a intervenire al più presto in tal senso.