Illustrate al Senato le strategie del Governo in materia di clima ed energia

Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha svolto una apposita audizione presso la Commissione Territorio e Ambiente del Senato su: profili ambientali della Strategia energetica nazionale, Strategia per lo sviluppo sostenibile e priorità nazionali della partecipazione dell’Italia all’Unione europea per il 2017.
 
Tra i numerosi temi e le priorità indicate dal Ministro si evidenziano in particolare i seguenti:
 
-tra principali questioni aperte a livello nazionale: la revisione della Strategia energetica nazionale (SEN) e la predisposizione del Piano nazionale per l’energia e il clima 2021-2030 richiesto nell’ambito dell’Unione dell’energia. In quest’ambito viene evidenziato, tra l’altro, che di concerto con il Ministero dello sviluppo economico sono stati stabiliti nuovi requisiti minimi da rispettare per la prestazione energetica degli edifici di nuova costruzioneA partire dal 2021, nel settore privato, si potranno costruire solo immobili a “energia quasi zero”. Per gli edifici pubblici tale vincolo sarà in vigore già a partire dal 1° gennaio 2019. In ottemperanza a quanto previsto dalla direttiva (UE) 2012/27 sull’efficienza energetica, è stato emanato di concerto con il Ministero dello sviluppo economico il decreto che definisce le modalità attuative del Programma di riqualificazione energetica della Pubblica amministrazione centrale (PREPAC). Da qui al 2020, dovrà essere ristrutturato almeno il 3 per cento, per ogni anno, della superficie coperta utile degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione centrale e da essa occupati. La superficie soggetta a obbligo di ristrutturazione è pari a circa 14 milioni di metri quadrati cui corrisponde un obiettivo di circa 2,5 milioni di metri quadrati da riqualificare entro il 2020. Sinora i progetti finanziabili ammontano a circa 70 milioni di euro, di cui 24 stanziati direttamente dal Ministero dell’Ambiente;
 
-è stato rivisto il Conto termico, introdotto alla fine del 2012 per incentivare l’efficienza energetica negli edifici pubblici anche degli enti locali, prevedendo una spesa massima annuale di 200 milioni di euro annui. Nel febbraio del 2016, al fine di rendere lo strumento più efficiente, sono state introdotte alcune semplificazioni delle procedure di accesso ed erogazione dei finanziamenti, un ampliamento degli interventi ammessi, una rimodulazione degli incentivi riconosciuti;
 
-è stato riattivato il Fondo rotativo di Kyoto per l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato per la riqualificazione energetica degli edifici scolastici e delle università. Ad oggi sono stati ammessi a finanziamento circa 190 istanze di finanziamento per un importo complessivo di risorse pari a 100 milioni di euro. Il bando è attivo e resterà aperto fino al 30 giugno 2017. A questi strumenti per il comparto pubblico, si è aggiunta l’estensione e il potenziamento delle detrazioni fiscali per chi migliora l’efficienza energetica degli edifici privati (Legge di bilancio per il 2017);
 
nel settore delle rinnovabili, fermo restando che si copre una quota di consumi finali superiore al 17 per cento (in linea con l’obbiettivo da centrare al 2020) è in atto un cambiamento economico e culturale nel quale le rinnovabili dismettono i panni di beneficiarie al sostegno pubblico ed entrano a pieno titolo nel mercato, in competizione tra loro e con le altre modalità di produzione dell’energia.
In tale direzione è stato varato il Decreto del 23 giugno 2016, che, seppure per un periodo di tempo limitato, ha accompagnato il settore delle rinnovabili garantendo una incentivazione diretta alle fonti diverse dal fotovoltaico. In prospettiva, dovranno essere disegnati strumenti coerenti con i vincoli imposti dalla normativa sugli aiuti di Stato e definire strategie precise in settori-chiave: dalle regole dell’autoconsumo, all’evoluzione verso tecnologie più avanzate e suscettibili di un utilizzo più efficiente (ad esempio, la trasformazione del biogas in biometano, utilizzato anche nei trasporti). Oltre alla leva degli incentivi diretti alla produzione di energia da fonti rinnovabili, il piano 2015-17 per la ricerca di sistema elettrico destina circa 100 milioni alla ricerca e all’innovazione su temi direttamente connessi alle rinnovabili (compresi le esigenze delle reti elettriche), che si aggiungono alle risorse private, a quelle residue dai programmi finanziati o cofinanziati dall’Europa;
 
– per quanto riguarda l’ammodernamento delle reti dell’eolico e del fotovoltaico, la legislazione prevede che il Piano di sviluppo della rete di trasmissione nazionale  individui  gli interventi di potenziamento che risultano necessari per assicurare l’immissione e il ritiro integrale dell’energia prodotta dagli impianti a fonte rinnovabile già in esercizio, anche con l’utilizzo di sistemi di accumulo.
Per il fotovoltaico, considerato il calo sensibile dei costi si sono ritenuti non più necessari gli incentivi in conto energia, ma il settore continua ad essere sostenuto con le detrazioni fiscali (per i piccoli impianti asserviti agli edifici), nonché con agevolazioni sull’energia auto consumata. Sono state, altresì, introdotte semplificazioni per la realizzazione, in certe condizioni, di piccoli impianti, che ne consentono la costruzione con una comunicazione telematica al distributore. Il meccanismo si sta rivelando efficace e potrebbe essere esteso ad altre tipologie impiantistiche;
 
– l’Italia, al pari di altri Stati membri, ha avviato un processo interistituzionale che ha quale obiettivo quello di convergere verso l’Agenda 2030, aggiornando la propria strategia di sviluppo sostenibile. In tale contesto, con il collegato ambientale è stato previsto l’aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile approvata nel 2002.
La finalizzazione formale della strategia, con la sua approvazione presso il CIPE, sentita la conferenza Stato – Regioni, avverrà presumibilmente entro il mese di marzo. Il tema della mobilità sostenibile rientra tra gli obiettivi della strategia energetica nazionale che prevede interventi sulle tre variabili che determinano l’inquinamento, ossia quella abitativa, quella industriale e, appunto, quella relativa ai trasporti. In particolare, il 30 dicembre 2015 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa, che prevede la destinazione di circa 12 milioni di euro, tra il Ministero dell’ambiente, la Conferenza delle Regioni e Province autonome e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, per definire ed attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell’aria e la riduzione di emissioni di gas climalteranti, con interventi prioritari nelle città metropolitane. Il protocollo punta al finanziamento di misure dirette ad incentivare il trasporto pubblico locale e la mobilità alternativa al trasporto privato;
 
in materia di difesa del suolo e messa in sicurezza del territorio dalle catastrofi idrogeologiche, viene rilevato che tali ambiti rappresentano una tematica centrale dell’azione del Governo ed è stata oggetto, nel corso degli anni, di molteplici interventi normativi che hanno fortemente inciso sulla programmazione e sull’attuazione degli interventi in materia di rischio idrogeologico.
Il Ministero è fortemente impegnato a gettare e consolidare le basi di una nuova politica di prevenzione in cui diventi sempre più strategico il ruolo della pianificazione, nella consapevolezza che per mitigare il dissesto idrogeologico è comunque indispensabile disporre sia di un quadro conoscitivo puntuale e aggiornato della pericolosità e del rischio alluvionale o di frana, sia di una filiera integrata in cui siano ben definiti i ruoli e le competenze dei diversi attori che fino ad oggi hanno operato nel settore. Al riguardo viene ricordato l’impegno a rafforzare l’integrazione del capitale naturale nei processi decisionali ed economici, a partire dai risultati del “Primo rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia”, in connessione con la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e con il Piano strategico per lo sviluppo del turismo 2017-2022 che promuove la qualificazione del settore in un’ottica di turismo sostenibile;
 
-il Governo sta attuando un insieme di azioni volte a promuovere l’economia circolare e l’uso efficiente delle risorse, tramite l’emanazione di alcuni provvedimenti attuativi delle misure della L. 221/2015 (green economy). La transizione verso un modello di economia circolare rappresenta una questione politica prioritaria nonché un’importante occasione per dare un nuovo impulso alla competitività delle imprese e al miglioramento della sostenibilità dell’uso delle risorse. Le misure previste nel Pacchetto europeo economia circolare, unitamente alle azioni che saranno intraprese a livello nazionale, potranno fornire un contributo fondamentale al raggiungimento degli obiettivi più ampi di sviluppo sostenibile.
 
In allegato audizione del Ministro Gian Luca Galletti