Formazione e nuove alleanze per restituire centralità all’impresa edile
Intervista a Roberta Vitale Presidente dei Giovani Ance
L’elezione a presidente dei Giovani imprenditori Ance è sicuramente un punto di arrivo importante per una giovane imprenditrice, che sicuramente troverà in questo incarico nuovi stimoli e spunti sia sul fronte associativo che professionale. Per raggiungere questo ambito obiettivo, quali sono stati i tuoi maestri di vita, gli esempi lavorativi e quelli associativi?
Lo devo ammettere: sono stata fortunata! Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia dove il nostro lavoro e la vita associativa sono sempre stati vissuti all’insegna dell’onestà intellettuale, dell’impegno, della passione e della caparbietà.
E, quindi, prima di tutto questi valori mi sono stati trasmessi nel DNA da mio padre e mio fratello, Enzo e Gennaro Vitale.
E poi sono stata doppiamente fortunata perché nella mia esperienza associativa ho incontrato tanti “Presidenti” eccezionali.
Ognuno di loro ha contribuito in maniera diversa alla mia crescita umana e professionale.
Tra tutti una parola speciale la devo ad Alfredo Letizia, imprenditore appassionato e amico fidato che prima di tutti ha visto in me un futuro associativo che neanche io avevo immaginato.
La firma del Codice etico da parte di noi imprenditori Ance è stato un traguardo importantissimo per la nostra categoria: secondo te, anche grazie ai nuovi stimoli che arrivano dai giovani, si potrà iniziare a pensare a un mondo delle costruzioni libero da corruzione e malaffare?
Noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando per questo.
Certo non è facile e siamo consapevoli che lottiamo contro un sistema malato che certamente non è insito solo nel nostro settore. Ma corruzione e malaffare impediscono alle nostre imprese, che sono sane e lontane da un certo tipo di logiche, di emergere in un mercato viziato dai disvalori della “prima repubblica”, mai definitivamente sradicati.
I giovani più di tutti sanno che il rispetto di regole giuste, eque e chiare, è uno degli strumenti indispensabili per emergere in un mercato sempre più globalizzato.
Architetto per vocazione, imprenditrice per passione, recita il tuo profilo twitter. Quali strategie ed idee hai intenzione di portare avanti durante il tuo mandato? In che direzione intendi operare per fare sì che costruttori e professionisti del comparto edile imparino di più a fare squadra?
La filiera del settore delle costruzioni è lunghissima e questa deve diventare la nostra forza: non essere parte di una catena, ma essere in grado di coordinare tutto il processo, dalla progettazione alla manutenzione. Per fare questo dovremo innanzitutto puntare sulla nostra formazione. Facendo leva sulla nostra capacità di coinvolgimento e apertura, avvieremo un confronto sia con il mondo delle professioni legato al nostro sistema, sia con le associazioni di produttori e noleggiatori di materiali e macchine edili. Siamo consapevoli che solo questo processo può dare vita ad una classe dirigente capace di effettuare quel salto di qualità epocale di cui il nostro settore necessita.
Sei donna, sei figlia di presidente, sorella di presidente, hai vissuto una associazione fatta di strette di mano e di pacche sulla spalla. Quanto contano per te ancora questi valori? Quanto e cosa pensi di poter dare ai giovani che oggi fanno parte del Gruppo e che ti sosterranno per i prossimi tre anni?
Una delle pochissime cose che rimpiango nella mia vita è essere “nata tardi”, quando quell’epoca di “strette di mano“ tra imprenditori era la quotidianità.
Quando tra imprese e Stazioni Appaltanti c’era una corrispondenza scritta a mano e consegnata a mano. Amo ascoltare mio padre mentre racconta di un momento storico ormai lontano. Eppure, nella mia epoca, nella nostra epoca, moderna, innovativa e digitalizzata, credo che quei valori esistono ancora e sono quelli che veramente fanno la differenza tra un imprenditore e un altro.
La tua presidenza inizia in un’epoca nella quale l’imprenditore si trova a scontrarsi con un panorama normativo, politico e sociale soggetto a profondi cambiamenti. Quale consiglio daresti ai giovani che vogliono approcciarsi a questo mondo?
Più che un consiglio, una riflessione. Il nostro mestiere è tra i più belli che esistono: ci consente di realizzare “prodotti” mai uguali a se stessi, che definiscono la bellezza dello spazio dove ogni essere umano vive. Prodotti destinati a durare molto più a lungo di noi stessi. Oggi abbiamo la possibilità di fare tutto ciò con strumenti, materiali e tecnologie che i nostri genitori non potevano immaginare. È una sfida importante che solo i giovani possono affrontare.