Dossier Split-payment

Aggiornata la Guida ANCE “Split payment – Proroga ed ampliamento”, alla luce della proroga, dal 1° luglio scorso, del meccanismo della “scissione dei pagamenti” e della sua estensione a tutte le Pubbliche Amministrazioni, alle società controllate dalla P.A., nonché alle società quotate in borsa, come previsto dalla “Manovra correttiva 2017”.
 
Il vademecum è completato dall’Appendice “Norme e Prassi, che raccoglie, non solo, la normativa di legge e le pronunce dell’Amministrazione finanziaria, ma anche la disciplina attuativa del D.M. 23 gennaio 2015, nella versione aggiornata di recente dal recente D.M. 27 giugno 2017.
 
Sono, altresì disponibili (con collegamenti diretti sul sito internet del Dipartimento delle finanze – Def) gli elenchi dei soggetti coinvolti (P.A. e società controllate/quotate).
 
Come noto, infatti, la “Manovra correttiva 2017” ha confermato la prorogasino al 2020, della scissione dei pagamenti, originariamente fissata, dalla stessa Unione europea, fino al 31 dicembre 2017, quale termine ultimo d’applicazione dello strumento[1] [2].
 
La Guida predisposta dall’ANCE fa, quindi, il punto sulle novità relative all’applicazione dello “split payment”, e tiene conto dei chiarimenti a suo tempo forniti dall’Agenzia delle Entrate, in attesa delle ulteriori specifiche indicazioni che l’Amministrazione finanziaria fornirà in materia.
 
In generale, la proroga e l’ampliamento dell’ambito applicativo dello “split payment” preoccupano fortemente le imprese del settore delle costruzioni.
 
L’obbligo di fatturazione elettronica nei rapporti con tutte le PP.AA. è già in vigore dal 2015 ed è considerato elemento già sufficiente per il contrasto all’evasione IVA, tanto da giustificare la stessa vigenza temporanea dello “split”.
 
Soprattutto per le imprese che operano nel comparto dei lavori pubblici, dal meccanismo dello “split payment” deriva infatti un incremento esponenziale del credito IVA. L’Iva in sostanza non viene più corrisposta alle imprese non solo nei rapporti con la pubblica amministrazione ma anche nei rapporti con tutte le società a partecipazione statale e locale.
 
Tale criticità, poi, si aggrava quando i lavori sono realizzati tramite strutture consortili. In questi casi, infatti, il credito IVA si forma in capo al Consorzio che, per sua natura, è destinato a sciogliersi ad opera ultimata, per cui il recupero del credito diventa veramente difficoltoso.
 
Seppur apprezzabile, poi, non è ancora sufficiente l’intervento del Governo che, nella risoluzione del Parlamento di approvazione del DEF2017 (Documento di Economia e Finanza), si è impegnato al rispetto dei tempi previsti dalla legislazione vigente per le procedure di rimborso dei crediti IVA derivanti proprio dall’applicazione dello “split payment” (a tutt’oggi ancora oltre i 6 mesi). Un primo passo in questo senso sembra esser stato compiuto con la norma del D.L. 50/2017, che rende operativi i rimborsi mediante il conto fiscale anche per i soggetti coinvolti nello “split payment”.
 
Sulla stessa linea può essere compresa la proposta ANCE di introdurre un modello di dichiarazione Iva mensile, che consenta il rimborso o la compensazione del credito iva già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione.
 
Tuttavia, l’Associazione ritiene che, più che di un’ accelerazione nei tempi di recupero del credito IVA, sarebbe quanto mai necessario ripristinare il principio di neutralità dell’IVA, che questo meccanismo di fatto mina.
 
E ciò sarebbe possibile, ad esempio, mediante l’applicazione del “reverse charge”, quale meccanismo di liquidazione dell’IVA dovuta ai fornitori, tutte le volte in cui si renda applicabile lo “split payment” verso i committenti pubblici.
 
Tra le soluzioni auspicabili, infine, anche in un’ottica di semplificazione, l’ANCE da tempo sostiene la necessità di rendere obbligatorio l’uso della fattura elettronica per tutte le operazioni tra soggetti IVA (quindi, anche tra privati), in sostituzione dello “split payment”.
 
Proprio in linea con la posizione dell’Associazione, sembra che il Governo stia valutando, in vista della legge di Bilancio 2018, la possibilità di rendere obbligatoria per tutti i soggetti IVA la fatturazione elettronica, dietro autorizzazione dei competenti organi comunitari (le norme comunitarie ammettono, infatti, la fatturazione elettronica tra privati solo su opzione e non come meccanismo obbligatorio).

Se l’introduzione di tale modalità di fatturazione trovasse conferma, l’ANCE è convinta che il conseguente recupero del tax gap (differenziale tra l’IVA dovuta e quella effettivamente pagata) consentirebbe di procedere alla definitiva abolizione dello “split payment”.

 


[1] Per un quadro complessivo cfr. l’art.1 del D.L. 50/2017, convertito, con modificazioni, nella legge 96/2017 ed il D.M. 27 giugno 2017, che ha modificato il D.M. 23 gennaio 2015.
Cfr. ANCE “Split payment – Pubblicato Decreto Attuativo ed elenchi delle P.A. coinvolte” – ID n.29154 del 28 giugno 2017.
[2]Si ricorda che il meccanismo viene attualmente disciplinato all’art.17-ter, del D.P.R. 633/1972 (in base al quale le imprese non ricevono più l’IVA sulle fatture emesse nei confronti dello Stato e degli Enti pubblici territoriali, che viene versata direttamente dal committente).
Cfr. ANCE “Split payment – Via libera della UE alla proroga fino al 2020” – ID n.28515 del 9 maggio 2017 e “Manovra correttiva – Pubblicata la conversione in legge del DL 50/2017” – ID n.29123 del 27 giugno 2017.