De Albertis al Corriere: serietà e responsabilità di tutti per dare un futuro sicuro al nostro Paese
Post terremoto
La missione nazionale per i nostri figli
La missione nazionale per i nostri figli
Caro direttore, in questi giorni difficili e dolorosi il nostro Paese, a poca distanza dagli eventi catastrofici dell’Emilia Romagna e de L’Aquila, si trova a dover affrontare la tragedia che ha colpito il Centro Italia. Di qui la necessità, come giustamente richiamava lei stesso pochi giorni fa e come esortava a fare sempre sul suo giornale, Sergio Rizzo, di aprire un riflessione seria su cosa fare nell’immediato, ma soprattutto nel medio e lungo termine per limitare i rischi e i danni provocati dal nostro fragile territorio. Una riflessione che deve essere messa al servizio di quella che lei molto opportunamente definisce come una «missione nazionale» per il futuro dei nostri figli.
L’importanza di questa missione impone, per prima cosa, di evitare la difesa di inutili particolarismi e chiama tutti a un alto senso di responsabilità per far sì che i modelli scelti per mettere in sicurezza il territorio e avviare i lavori di ricostruzione siano improntati alla massima trasparenza, qualità ed efficienza. Un banco di prova al quale non possiamo e non vogliamo sottrarci e che come Associazione, in rappresentanza di migliaia di imprese dell’edilizia, vogliamo affrontare con il massimo impegno, in collaborazione con tutta la filiera, i sindacati e le professionalità di un settore che è chiamato, soprattutto in questo momento, a dare il meglio di sé.
Partiamo dalle priorità. Siamo convinti che si debba aumentare il livello di consapevolezza collettiva del rischio sismico, per non accorgersi della pericolosità di un edificio solo dopo che è crollato. Con determinazione dobbiamo, quindi, affrontare una volta per tutte il morbo dei milioni di edifici insicuri e obsoleti che occupano il nostro territorio (circa 16 milioni e mezzo hanno più di 40 anni, costruiti prima della normativa antisismica). Un obiettivo impossibile da cogliere senza la presa di coscienza dei cittadini della improcrastinabilità di questa grande opera di prevenzione e manutenzione e senza un piano coordinato a livello nazionale. Quattro le linee d’azione: i contratti di compravendita e locazione dovranno essere corredati da una scheda informativa sui rischi sismici del territorio e sull’edificio; obbligo di diagnosi dell’edificio dal punto di vista statico e sismico, detraibile fiscalmente; detrazioni di imposta del 65% per gli interventi di adeguamento sismico per tutti gli immobili e con misure a sostegno dei non abbienti; sanzioni a chi non ha messo a norma gli edifici, dopo 10 anni dal varo del piano di prevenzione, nelle zone a maggior rischio sismico.
Sarebbe un’operazione di buon senso, poi, affrontare anche in Italia il tema della copertura assicurativa degli immobili, attraverso un dialogo con imprese di assicurazione, istituzioni e cittadini per la definizione di un pacchetto assicurativo dedicato agli edifici, in grado di coprirne i rischi, garantendo la sostenibilità economica per le famiglie.
Certo, anche le imprese sono chiamate a fare la propria parte ed è per questo che da tempo chiediamo di introdurre una loro qualificazione anche nel settore privato, che tenga conto del know how e della capacità aziendale di controllare il processo produttivo, così da assicurare interventi di qualità e a costi contenuti.
Un’assunzione di responsabilità è necessaria anche da parte della Pubblica amministrazione. Occorre destinare le risorse pubbliche alla manutenzione di scuole, ospedali, uffici e caserme che a ogni terremoto, inondazione o frana, si sgretolano. Qualcosa è stato fatto in questo senso grazie anche alle unità di missione insediate presso Palazzo Chigi su dissesto idrogeologico e scuole per sbloccare i cantieri. Crediamo sia un modello da replicare anche per il rischio sismico, accelerando finanziamenti e snellendo le procedure.
Si tratta, dunque, di un’operazione complessa che investe tutto il Paese. Noi siamo pronti a fare la nostra parte nell’interesse della collettività.
Presidente Ance