DDL bilancio 2018: le proposte ANCE in Parlamento

Si è svolta il 6 novembre c.m. l’audizione dell’ANCE presso le Commissioni Bilancio del Senato e della Camera dei Deputati, in seduta congiunta, sui contenuti del disegno di legge recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” (DDL 2960/S), nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame.

Il Presidente Campana, che ha guidato la delegazione associativa, ha evidenziato, in premessa come la situazione del settore delle costruzioni rimanga incerta, nonostante i miglioramenti registrati in generale per l’economia italiana. I dati settoriali, osservati nella prima parte del 2017, non lasciano intravedere una ripresa del settore, contrariamente a quanto previsto l’anno scorso, in questo stesso periodo. L’indice di produzione nelle costruzioni è ancora negativo (-0,5% nei primi 8 mesi del 2017) e le costruzioni continuano ad essere l’unico settore a perdere occupazione, come ben evidenziato stamattina dall’Istat.

L’ultima stima dell’ANCE, indica per il 2017 un aumento trascurabile, pari allo 0,2% su base annua, del tutto insufficiente a creare le condizioni di effettiva ripresa per un settore stremato da una profonda crisi.

Anche la Nota di aggiornamento del DEF di settembre scorso conferma le difficoltà, in particolare nel comparto delle opere pubbliche, e rivede al ribasso la previsione relativa agli investimenti in infrastrutture nel 2017 (+0,4% rispetto al +2,8% previsto ad aprile 2017), posticipando agli anni successivi l’aumento di spesa più consistente.

Per il 2018, la previsione dell’ANCE è positiva, con un aumento degli investimenti in costruzioni dell’1,5%, ma si basa sull’ipotesi una effettiva realizzazione degli effetti degli incentivi fiscali del sismabonus ed ecobonus, che possono dare concreto avvio a un diffuso piano di prevenzione del rischio sismico e di ammodernamento del patrimonio edilizio italiano, e dei piani infrastrutturali decisi in questi mesi.

In questo contesto, la manovra di finanza pubblica per il 2018 conferma la volontà del Governo di sostenere la ripresa dell’economia italiana anche attraverso il rilancio degli investimenti pubblici.

Il Disegno di legge di bilancio prevede in particolare:

  • un’importante iniezione di risorse a favore del Fondo investimenti, che porta la dotazione complessiva del Fondo a circa 15 miliardi per il triennio 2018-2020;
  • il potenziamento e l’allungamento delle misure previste per stimolare gli investimenti degli enti territoriali, dopo il superamento del Patto di stabilità interno;
  • alcuni stanziamenti per gli investimenti dei Comuni.

Si tratta di misure che, complessivamente, valgono circa un miliardo per il 2018 e 6,3 miliardi nel triennio 2018-2020 in termini di nuovi stanziamenti per le opere pubbliche.

Il Presidente ha, quindi, espresso grande apprezzamento per queste misure, che rappresentano una grande opportunità per dotare il Paese di un sistema infrastrutturale efficiente e mettere in sicurezza il territorio migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Allo stesso tempo, ha sottolineato la necessità di un’azione incisiva per fare ripartire gli investimenti, al fine di evitare di registrare, ancora una volta, risultati molto al di sotto delle attese.

Il problema principale è quello dei vincoli procedurali, che, negli ultimi anni, hanno annullato ogni tentativo di rilancio degli investimenti pubblici, azzerando il contributo del settore alla crescita dell’economia.

Su questo tema, l’ANCE ha individuato una serie di proposte che potranno imprimere un’accelerazione in alcune fasi critiche del processo realizzativo delle opere pubbliche.

Si tratta di misure volte a snellire le fasi di programmazione, rendendo ad esempio più agile il concerto dei Ministeri, più adeguato il ruolo decisionale del CIPE, più semplice l’attività di progettazione degli enti, e ad accelerare il contezioso compreso quello in fase esecutiva.

Con riguardo ai profili fiscali della Manovra, il Presidente Campana ha valutato positivamente la decisione di disattivare per il 2018 gli aumenti delle aliquote IVA, le cui conseguenze avrebbero colpito profondamente il settore, comprimendone i primi segnali di ripresa delle attività, ma non ha espresso lo stesso giudizio per quel che riguarda i bonus fiscali per l’efficienza energetica e la prevenzione del rischio sismico.

Pur riconoscendo, infatti, l’attenzione del Governo all’operatività dei bonus fiscali, il Presidente ha rilevato che non assumono una stabilizzazione definitiva o la necessaria visione di medio lungo periodo.

Mancano del tutto alcune delle misure auspicate dall’ANCE per l’avvio di un vero ed importante piano di rigenerazione urbana del nostro patrimonio edilizio, strettamente correlate al sismabonus e all’ecobonus. Ha, quindi, rilevato la necessità di intervenire normativamente su alcuni aspetti.

Per quanto concerne l’ecobonus, ha espresso apprezzamento per  la rimodulazione degli incentivi che premia maggiormente quelli più incisivi così come la proroga del potenziamento della detrazione per un ulteriore anno sempre per gli interventi più incisivi (es. cappotto termico o riqualificazione globale dell’intero edifico) che comportano un maggior coinvolgimento delle imprese del settore. È, inoltre, positiva l’estensione, quantomeno per l’ecobonus, della possibilità di “cessione del credito” a tutti i contribuenti (ivi compresi i soggetti “incapienti”) per tutte le tipologie agevolate di interventi ivi compresi quelli all’interno delle singole unità immobiliari.

Ha, invece, sollevato perplessità sulla scelta di lasciare fuori il Sismabonus. Questo nella considerazione che il meccanismo della possibilità di pagare i lavori con la cessione del credito dovrebbe valere sempre.

Positiva appare, invece, l’introduzione di una detrazione IRPEF per i costi sostenuti per polizze assicurative contro il rischio sismico. Si tratta per l’ANCE di un primo passo verso lo sviluppo di una coscienza nella popolazione sulla necessità di prevenire le conseguenze di un potenziale evento calamitoso.

Ha, poi, espresso una valutazione positiva anche per la proroga della “cedolare secca” al 10% per gli affitti a canone concordato, auspicando al riguardo – allo scopo di dare un nuovo vero impulso al mercato delle locazioni – che fosse esteso lo stesso principio di “tassazione separata” per i redditi da locazione percepiti dalle imprese.

Con riferimento agli aspetti critici, ha espresso rammarico per la scelta del Governo che, nel rendere obbligatoria, dal 1° gennaio 2019, la fatturazione elettronica per tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi poste in essere tra soggetti IVA, non ha eliminato contestualmente lo split payment che crea ingestibili problemi di credito IVA alle nostre imprese. L’estensione della fatturazione elettronica è più che sufficiente ai fini del contrasto all’evasione fiscale e alle frodi IVA.

Ha, quindi, richiamato l’attenzione della Commissione su due proposte alternative che da tempo l’ANCE ha avanzato al fine di ripristinare il principio di neutralità dell’IVA che questo meccanismo di fatto mina.

La prima è l’applicazione del “reverse charge”, quale meccanismo di liquidazione dell’IVA dovuta ai fornitori (in uso già da un decennio dalle imprese del settore delle costruzioni), tutte le volte in cui si renda applicabile lo “split payment” verso i committenti pubblici.

In alternativa, per rendere pressoché immediato il rimborso, che attualmente avviene in un periodo che supera mediamente i nove mesi/un anno, potrebbe essere introdotto un modello di dichiarazione Iva mensile, che consenta il rimborso o la compensazione del credito IVA già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione.

Sempre in tema di pagamenti da parte della pubblica amministrazione, ancor più negativo il giudizio sulle gravi conseguenze derivanti dalla riduzione da 10.000 a 5.000 euro della soglia oltre la quale le pubbliche amministrazioni (e le società a prevalente partecipazione pubblica) possono sospendere i pagamenti, nell’ipotesi in cui a carico del beneficiario del pagamento gravano una o più cartelle esattoriali. Con questa norma potrebbero essere escluse dalle procedure di gara imprese che hanno commesso violazioni di importo scarsamente rilevante. Allo stesso modo, con il raddoppio dei termini di sospensione dei pagamenti, le imprese che dovrebbero ricevere il pagamento del corrispettivo d’appalto da parte dell’ente appaltante, potrebbero, solo per non aver pagato importi minimi di soli €5000, subire una paralisi dei pagamenti per un intero bimestre, in attesa dell’avvio della procedura di riscossione.

Al riguardo, ha sottolineato che la norma nasce come strumento di “contrasto all’evasione”, ma che, di fatto, si riduce ad uno strumento che “per colpire tutti” finisce per non “colpire nessuno”.

E’ passato, poi, ad illustrare le proposte ANCE a correzione dell’impianto attuale della Manovra: l’avvio di un serio progetto di riqualificazione e rigenerazione del patrimonio edilizio del nostro Paese. Il progetto si compone delle seguenti misure: la proroga fino al 2020 della detrazione Irpef commisurata al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B; l’estensione alle zone a rischio sismico 2 e 3 della detrazione Irpef 75%/85% del prezzo di vendita (fino ad un massimo di 96.000 euro) per l’acquisto di case antisismiche, cedute dalle imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e derivanti da interventi di demolizione e ricostruzione, anche con variazione volumetrica; l’applicazione fino al 2021 delle imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa (pari a 200 euro ciascuna) all’acquisto di immobili da parte di impresa che, entro i 5 anni successivi, si impegni alla ricostruzione degli stessi in classe A; la rimodulazione dei benefici fiscali “ecobonus” e “sismabonus” in funzione dell’immobile su cui s’interviene, commisurando le premialità, se trattasi di opificio o altro immobile strumentale, ad una predeterminata superficie (es. ogni 200 mq di superficie utile catastale).

Il Presidente ha, infine, svolto alcune riflessioni in materia di lavoro. La manovra rende stabile l’incentivo volto a favorire l’occupazione giovanile che, però, sarà soggetto a revoca e a conseguente recupero in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo del lavoratore, aspetto questo particolarmente critico, potendo comportare un freno alle assunzioni.

Ha, invece, sottolineato la positività della previsione che proroga il periodo straordinario di cassa integrazione guadagni straordinaria per riorganizzazione e crisi aziendale.

Preoccupa il settore anche la previsione che inserisce l’aumento del contributo di licenziamento dovuto dai datori di lavoro nel caso di licenziamenti collettivi, misura questa particolarmente gravosa per le imprese. Ancora non sufficienti, inoltre, gli interventi in materia di Ape sociale, i cui criteri di accesso per l’edilizia non risultano rispondenti alle esigenze del settore.

Le istanze dell’ANCE in materia di lavoro riguardano l’accesso alla cassa integrazione guadagni ordinaria nel settore edilizio.  Si tratta, in particolare, dell’esclusione dell’evento meteo dal calcolo del 52 settimane, della riduzione dell’aliquota contributiva per l’edilizia e dei criteri di computo dei 90 giorni di lavoro effettivo nella stessa impresa invece che nell’unità produttiva.