Crediti deteriorati delle banche: l’Ance chiede norme per la ristrutturazione del debito d’impresa

Si è svolta l’8 novembre c.m. l’audizione informale dell’ANCE, presso le Commissioni Finanze della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame, in prima lettura, in sede referente, dei disegni abbinati di legge volti ad introdurre specifiche regole per una più facile gestione dei crediti in sofferenza delle banche e degli intermediari finanziari (DDL 4352/C ed abb.).
 
Il Vicepresidente per l’Area Centro Studi, Ing. Rodolfo Girardi, che ha guidato la delegazione associativa, ha evidenziato, in premessa, l’impatto economico della crisi sul settore delle costruzioni (nella crisi, le costruzioni hanno perso circa 600.000 posti di lavoro, considerando l’indotto si arriva a circa 900.000; le imprese che sono uscite dal mercato sono quasi 120.000 imprese, pari al 18,8% del totale).
 
L’ing. Girardi ha, poi, sottolineato come la crisi economico-finanziaria abbia creato, all’interno del mercato del credito alle costruzioni, un importante fallimento del mercato, con una forte avversione al rischio da parte delle banche, che si è riflessa in una percezione della rischiosità spesse volte distorta e amplificata.  
Il risultato finale è stato un restringimento quantitativo del mercato (credit crunch) senza precedenti: basti pensare che tra il 2007 e il 2016 i finanziamenti erogati alle imprese per investimenti sono diminuiti del 70%.
I dati aggiornati al primo semestre 2017 indicano il permanere di situazioni di difficoltà nell’accesso al credito.
Questa avversione verso il settore delle costruzioni da parte degli istituti di credito è il risultato di comportamenti diffusi che hanno consentito di finanziare soggetti non meritevoli con quantitativi di credito eccessivi, a discapito di imprese sane e strutturate.
Il fallimento di questa gestione del credito ha portato ad una successiva chiusura generalizzata verso l’intero settore delle costruzioni, con un conseguente blocco dell’attività d’impresa e la formazione di un quantitativo di crediti deteriorati (cd. NPLs) senza eguali in Europa.
 
Entrando nel merito dei provvedimenti oggetto dell’Audizione, il Vicepresidente ha evidenziato che gli stessi possono rappresentare soluzioni efficaci al problema dei NPLs, perché riescono a  tutelare sia la continuità aziendale, che gli interessi degli istituti di credito.
 
E’, infatti, fondamentale che gli istituti di credito incentivino la ristrutturazione dei finanziamenti con il debitore originario, prevedendo la remissione di parte del debito residuo, in linea con le svalutazioni effettuate dalle banche.
 
Ha, poi, sottolineato che alcuni elementi presenti nelle suddette proposte di legge possono essere migliorati per dare ancor più efficacia al provvedimento.
In particolare, per quanto riguarda le operazioni ammissibili, viene previsto che i titolari di debiti in sofferenza possano richiedere di concordare una transazione stragiudiziale per la restituzione del debito (pari al valore netto di bilancio), per le posizioni classificate in sofferenza fino al 31 dicembre 2016. A tal proposito, sarebbe auspicabile ampliare la platea dei possibili fruitori di tale previsione, includendo anche le imprese i cui crediti deteriorati si siano trasformati in sofferenze anche nel corso dell’anno 2017.
Con riguardo alla disciplina della Centrale Rischi, ha segnalato la necessità di definire con maggior dettaglio tale previsione, precisando il fatto che, una volta che perfezionato l’accordo transattivo e rimborsato il proprio debito, il soggetto debitore tornerà ad essere classificato “in bonis” in Centrale Rischi.
 
Ha, poi, auspicato, considerata l’importanza delle suddette Proposte di Legge e i tempi ristretti della presente legislatura, che le previsioni ivi contenute siano approvate nel più breve tempo possibile, anche prevedendo delle corsie preferenziali attraverso veicoli legislativi in via di approvazione. È, infatti, urgente tutelare il diritto delle imprese a gestire le proprie esposizioni debitorie prima che la banca proceda alla cessione a soggetti terzi.
 
E’, altresì, intervenuto il dott. Marco Buriani, Delegato dalla Presidenza per il Gruppo Crisi aziendali. Lo stesso, dopo aver illustrato alcuni dati macroeconomici relativi agli effetti della crisi economica, ha evidenziato i potenziali pericoli relativi ad una svendita generalizzata, mediante aste giudiziarie, degli immobili a garanzia di finanziamenti in default delle banche.
Gli effetti economici e sociali potrebbero essere devastanti: dal punto di vista economico, ulteriori cali del prezzo degli immobili generano un ulteriore impoverimento del Paese, dal momento che gran parte della ricchezza privata è investita in immobili; sul versante sociale, le oltre 350.000 aste giudiziarie su immobili che si stanno svolgendo in Italia, il 40% delle quali su abitazioni private, rischiano di mettere in ulteriore crisi le 600-700.000 famiglie in stato di grave disagio abitativo. 
  
Si veda il precedente del 7 novembre u.s.
 
In allegato il documento consegnato agli atti della Commissione con il dettaglio delle proposte ANCE.