Consumo del suolo e rigenerazione urbana
Negli ultimi anni – partendo da istanze di matrice europea che impongono agli Stati membri di raggiungere nel 2050 l’obiettivo del consumo di suolo “netto” pari a zero – lo sviluppo territoriale si sta orientando sempre più verso logiche di contenimento dell’uso del suolo e di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente.
Il modello territoriale di carattere espansivo, alla base della normativa urbanistica nazionale dal 1942 in poi, sta lasciando il passo a indirizzi pianificatori che impongono di dare priorità alla trasformazione e al riuso della città costruita, consentendo l’utilizzo di nuove risorse territoriali solo nei casi in cui non esistano alternative alla riorganizzazione del tessuto insediativo esistente.
I provvedimenti che regolano l’urbanistica nazionale, dalla Legge 1150/1942 al DM 1444/1968, non sono più idonei a governare lo sviluppo delle città, né tantomeno ad assicurare la competitività dei territori.
Mentre a livello statale nell’ambito della nuova legislatura sono stati presentati numerosi disegni di legge sul contenimento del consumo del suolo e/o sulla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, a livello regionale si continua ad assistere all’approvazione di leggi su questi temi.
Una efficace politica di contenimento del consumo del suolo si basa principalmente sulla previsione di norme mirate a rendere agevoli, diffusi e economicamente sostenibili gli interventi di trasformazione del patrimonio edilizio esistente e in particolare di quelli che comportano la sostituzione integrale degli edifici mediante demolizione e ricostruzione.
In attesa della riforma del governo del territorio, l’Ance ritiene dunque prioritario che a livello nazionale vengano definite misure apposite per avviare una profonda e radicale opera di rinnovamento delle città, in termini di sicurezza, innovazione e qualità, quali, tra le altre:
- dichiarazione di interesse pubblico degli interventi;
- corresponsione degli oneri di urbanizzazione esclusivamente per la volumetria aggiuntiva rispetto a quella di origine;
- non applicazione del contributo straordinariodi cui all’art. 16 del DPR 380/2001;
- monetizzazione degli standard urbanistici, qualora non sia possibile reperire aree per servizi nel contesto urbano in cui si colloca l’intervento;
- possibilità di modificare anche i prospetti, oltre che la sagoma dell’edificio originario;
- in attesa della revisione della normativa sugli standard, deroghe ai limiti di densità edilizia, altezza e distanza fra edifici stabiliti dagli articoli 7, 8 e 9 del DM 1444/1968.
Il dossier ANCE sul quadro legislativo regionale dà conto delle seguenti leggi/normative:
- Liguria – Legge regionale 23/2018 che introduce una normativa organica in tema di rigenerazione urbana;
- Aut. Bolzano – Delibera del Presidente della Provincia n. 31/2018 contenente i criteri applicativi per il contenimento del consumo di suolo in attuazione della LP 9/2018 (Nuova disciplina del governo del territorio provinciale);
- Sicilia – Legge regionale 24/2018 che modifica la LR 13/2015 sul recupero del patrimonio edilizio dei centri storici.
La situazione normativa regionale attuale può essere così sintetizzata:
- Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Prov. Aut. Trento, Umbria, Veneto, Prov. Aut. Bolzano, Basilicata:sono presenti normative organiche sul contenimento del consumo di suolo e/o sulla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente nell’ambito di leggi specifiche ovvero nella leggi regionali sul governo del territorio;
- Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia: sono presenti norme sul contenimento del consumo disuolo ovvero sulla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente;
- Campania, Valle d’Aosta, Abruzzo:il contenimento del consumo di suolo è presente come principio, unitamente, in alcuni casi, a singole norme relative alla riqualificazione urbana.