Cause di esclusione negli appalti: il punto sugli ultimi orientamenti della giurisprudenza

Prende sempre più spazio, in giurisprudenza, l’orientamento “sostanzialistico” in tema di tassatività delle cause di esclusione.
 Tale orientamento ha trovato una prima investitura nella sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 16 del 30 luglio 2014, in cui è stata per la prima volta analizzata la nuova disciplina sul soccorso istruttorio, introdotto nel codice dei Contratti con l’art. 39 del D.L. n. 90/2014.
La sentenza ha segnato, più in generale, un punto a favore dell’orientamento che premia la tutela dell’affidamento dei concorrenti e la più ampia concorrenza nella partecipazione alle gare d’appalto.
 A conferma di ciò, la giurisprudenza sta rivedendo alcune consolidate posizioni in tema di escludibilità o sanabilità delle irregolarità del concorrente, fornendo un’interessante casistica circa gli elementi che incidono sul possesso dei requisiti di partecipazione.
 Sotto tale profilo, i giudici di Palazzo Spada, in alcune occasioni, sono sembrati andare addirittura oltre il principio di tassatività delle clausole di esclusione; in altre, invece, sono sembrati favorevoli ad una posizione più prudente, ciò a favore della discrezionalità della pubblica amministrazione e della par condicio tra concorrenti.
Le indicazioni che emergono si vanno ad aggiungere a quelle già espresse dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, A.N.AC., e, in particolare, con quelle contenute nella Determinazione n. 1 dell’8 gennaio 2015.
 Tuttavia, sovrapponendo le soluzioni proposte, non sempre emerge una soluzione comune.
In questo incerto quadro interpretativo, è stato, pertanto, predisposto un documento che ha l’obiettivo di fare un minimo di chiarezza sul tema, riassumendo i diversi orientamenti espressi negli ultimi diciotto mesi da Consiglio di Stato e TAR.