Ance giovani: ecobonus più evoluti e utilizzo del Bim per consolidare la ripresa
Il presidente Roberta Vitale durante il XVII congresso dell’associazione: «Ora serve un cambiamento di rotta. Detrazioni più alte a chi effettua interventi che consentono un maggior risparmio di energia».
Ecobonus più evoluti e premianti, incentivare la sostituzione edilizia, una strategia nazionale per incrementare l’utilizzo del Bim. Sono queste le principali proposte per il mondo dell’edilizia formulate oggi dall’Ance giovani durante il diciassettesimo convegno in corso di svolgimento presso la sede dell’Associazione costruttori a Roma.
Il 2016, secondo le stime, potrebbe essere l’anno della svolta: l’Ance prevede un aumento dell’1% per gli investimenti, la produzione registrata dall’Istat è in crescita dello 0,6% nei primi tre mesi dell’anno e il clima di fiducia delle imprese è migliorato.
«Sono numeri positivi – afferma Roberta Vitale, presidente di Ance giovani – ma per consolidare questi segnali serve un cambiamento di rotta. Dobbiamo avere un nuovo approccio culturale del settore delle costruzioni che parte dal ripensamento del processo di produzione e dalle politiche del settore».
Il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali in questi anni di crisi è stato l’unico settore che ha mostrato una tenuta dei livelli produttivi (+19,4%) grazie anche all’effetto di stimolo derivante dagli incentivi fiscali (50% e 65%) relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica.
«Gli ecobonus – sostiene Vitale – hanno dato un grosso sostegno all’edilizia. Ma adesso non bastano più e vanno rimodulati. La nostra proposta prevede una detrazione fiscale più alta a chi effettua interventi che consentono un maggior risparmio di energia. Chi meno inquina meno paga. Occorre inoltre rendere convenienti gli interventi di sostituzione edilizia favorendo la ricostruzione a seguito di demolizione. È necessario quindi che il costo di costruzione per queste opere sia ridotto di almeno il 20% e che comunque gli oneri di urbanizzazione siano dovuti solo in caso di maggiore incidenza urbanistica. Meglio ancora se poi si collegasse la sostituzione edilizia a un miglioramento della classe energetica dell’edificio. In ogni caso non vogliamo consumare suolo».
La qualità richiesta dai giovani imprenditori edili passa anche attraverso i nuovi strumenti digitali che consentono di ridurre i tempi di realizzazione e le occasioni di errore progettuale e costruttivo e che permettono, inoltre, una considerevole riduzione dei costi.
«Dobbiamo puntare sul Bim – conclude il presidente di Ance giovani -. Il primo approccio delle imprese è stato di diffidenza ma si tratta di un nuovo modello di processo produttivo indispensabile per alzare il livello qualitativo delle costruzioni».
In modalità Bim si eseguono oggi le più importanti opere di ingegneria e architettura del mondo, mentre in Italia è ancora poco diffuso.
Secondo un’indagine dell’Ance all’interno del proprio sistema associativo, solo 4 associazioni su 10 hanno comunicato che ci sono sul proprio territorio alcune imprese che adottano il Bim, soprattutto di medio-grandi dimensioni. Non va meglio, anzi va molto peggio sul lato committenza, sia pubblica che privata: qui l’interesse e la conoscenza del Bim sono molto bassi o addirittura nulli per il 76% delle realtà territoriali.
Per l’Ance è necessaria una vera e propria strategia nazionale per il Bim da adottare a livello governativo, similmente a quanto fatto dagli altri Paesi europei, che deve non solo fissare percorsi o roadmap di obblighi legislativi, ma anche investire economicamente sul Building Information Modelling/Management per accompagnare e sostenere la transizione del mondo produttivo.